Cgia: Quasi 3 milioni lavoratori in nero
Sono quasi 3 milioni i lavoratori in nero presenti in Italia. Lo rileva la Cgia di Mestre. Con le loro prestazioni producono 102,5 miliardi di euro di PIL irregolare all’anno(pari al 6,5% del PIL nazionale), sottraendo alle casse dello Stato 43,7 miliardi di euro di gettito. Il dato è riferito all’anno 2011.
A livello territoriale la Regione più colpita è la Calabria: l’incidenza del valore aggiunto da lavoro irregolare su quello regolare è pari al 18,6%. Questa situazione si traduce in 1.375 euro di imposte evase in capo ad ogni singolo residente della Regione. Seguono Basilicata(14,7% di PIL in nero) e Molise(14,6% di PIL in nero). In generale è tutto il Sud a soffrire la presenza dell’economia sommersa: quasi la metà(19,2 miliardi su 43,7) del gettito potenzialmente evaso è in capo alle regioni del Mezzogiorno.
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha dichiarato “L’economia sommersa ha subito una forte impennata con la crisi. In questi ultimi anni chi ha perso il lavoro non ha avuto alternative: per mandare avanti la famiglia ha dovuto ricorrere a piccoli lavoretti per portare a casa qualcosa. Una situazione che ha coinvolto molti lavoratori del Sud espulsi dai luoghi di lavoro. Nel Sud possiamo affermare che il sommerso costituisce un vero e proprio ammortizzatore sociale”.
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