UE boccia norme supplenze scuola Italia

Storica sentenza della Corte europea dopo anni di battaglie: Illegittime le norme italiane sulle supplenze. Possibili anche risarcimenti fino a due miliardi di euro.

InsegnanteLa Corte di giustizia europea boccia l’uso di supplenze nella scuola italiana. E’ una sentenza attesa, ma che ora deflagra in tutta la sua potenza. Il bacino degli insegnanti precari che sono stati in cattedra più di tre anni è tra le 250 e le 300 mila persone. Tutto nasce dalla direttiva europea n. 70 del 1999, secondo cui dopo 36 mesi di servizio i precari hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, a meno che non sussistano “ragioni oggettive”.

“La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato è contraria al diritto dell’Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”. Lo scrive la Corte europea interpellata dalla Consulta e dal tribunale di Napoli sul tema posto da cause di precari della scuola. Secondo i giudici europei, la legge italiana non prevede misure volte a prevenire il ricorso abusivo a una successione di contratti a tempo determinato per coprire posti, in attesa di concorsi per i quali non si indicano tempi certi. Il sindacato Anief-Confedir ha dichiarato: “Ora 250 mila precari possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per 2 miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante”.

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