Lo sciopero dei dipendenti Ikea

La giornata di astensione dal lavoro è stata indetta dai sindacati dopo la rottura delle trattative con l'azienda per il rinnovo del contratto integrativo.

Sciopero dipedenti IkeaOggi(11 luglio) i dipendenti Ikea di tutta Italia hanno aderito in massa allo sciopero indetto dai sindacati di categoria. E’ la prima volta che scatta un’ondata di scioperi nel comparto italiano di Ikea. La multinazionale svedese ha deciso di dare il via dal primo settembre alla disdetta unilaterale del contratto integrativo.

Cosa significa? Che i lavoratori perderanno in media tra i 100 e 120 euro mensili sul loro magro stipendio(750-900 euro) con contratto part time. In una nota il colosso svedese scrive: “Serve un nuovo contratto integrativo per rendere Ikea più solida ed equa ma l’intransigenza del sindacato non aiuta il dialogo”. Forse i tipi in giacca e cravatta pensavano di essere in Bangladesh, dove i sindacati non esistono. Inoltre, il colosso svedese ha proposto tagli sulle maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e la trasformazione del premio aziendale da fisso in elemento variabile. Ikea ha 21 punti vendita in Italia con circa 6.000 dipendenti. Negli ultimi tre anni il gruppo ha avuto perdite di bilancio che hanno prodotto un disavanzo complessivo di oltre 53 milioni di euro. Ikea sta seguendo la stessa politica attuata dall’Auchan in Italia, ovvero far pagare ai lavoratori la crisi. Il colosso svedese ha preso la decisione di ridurre gli stipendi eliminando o in qualche modo riformando il contratto integrativo, ma per il momento non taglia posti di lavoro come ha fatto la multinazionale francese della grande distribuzione. Alcuni economisti sostengono che quando non puoi svalutare la moneta devi ridurre gli stipendi. E’ quello che sta avvenendo in Italia grazie all’euro. Nei prossimi 10 anni saremo tutti più poveri.

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