Cina ordina evacuazione in area Tianjin
Il 12 agosto 2015 ci sono state una serie di potentissime esplosioni a Tianjin, porto industriale del Nord-Est della Cina. La prima deflagrazione alle 23:30 ora locale, le 19:00 in Italia. Trenta secondi dopo una seconda esplosione. A provocarle l’incendio di un carico di materiale chimico infiammabile in un deposito della zona industriale.
La palla di fuoco che ne è scaturita ha illuminato a giorno la zona. Le onde d’urto sono state avvertite a chilometri di distanza. A tre giorni dal disastro ambientale, le autorità cinesi hanno ordinato l’immediata evacuazione di altre zone residenziali nell’area vicina all’esplosione nella città portuale di Tianjin, a causa della presenza di cianuro di sodio, altamente tossico, mentre le fiamme invece di affievolirsi si sono intensificate e altri serbatoi sono esplosi. Lo riferisce l’agenzia “Xinhua”. I pompieri non sanno quali agenti stiano bruciando. 200 tecnici esperti in contaminazioni biochimiche e nucleari sono al lavoro nella città che conta oltre 15 milioni di abitanti. Il bilancio delle vittime è di 85 morti e oltre 700 feriti. Danni a 17 mila famiglie, 1.700 imprese e 675 centri commerciali, 6.300 senzatetto. Un uomo è stato ritrovato vivo a oltre 72 ore dall’esplosione. Secondo l’agenzia ufficiale “Xinhua”, l’uomo è stato tratto in salvo dagli esperti in contaminazioni chimiche inviati da Pechino per far fronte all’emergenza.
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