La falsa storia dei migranti per pagare le pensioni degli europei

L'aspettativa di vita aumenta. Il tasso di fertilità cala. Come tenere in piedi il sistema pensionistico europeo? Facendo entrare 1,8 milioni di stranieri all'anno.

L'articolo de "L'Espresso"“Volete più benessere? Allora aprite le porte ai migranti”. Inizia così l’articolo de “L’Espresso” di Stefano Vergine. Ancora una volta si parla della “presunta” utilità dei migranti per tenere in piedi il sistema pensionistico europeo. Il giornalista tira fuori uno studio della banca svizzera Ubs. Secondo l’Onu, entro il 2050 la popolazione mondiale aumenterà di 2-3 miliardi di persone. La crescita, però, non riguarderà l’Unione Europea. Dato che nel Vecchio Continente il tasso di fertilità continua a scendere, per i 28 Paesi della UE è previsto al contrario un calo demografico.

Come risolvere il problema? Ubs propone più produttività e più immigrazione. Per la prima opzione ci vogliono le riforme del mercato del lavoro, che richiedono tempo per essere varate e messe in atto. Per la seconda opzione è tutto più semplice: bisogna fare entrare più migranti in età da lavoro. Il rapporto invita l’UE a raddoppiare il numero di stranieri in arrivo, puntando a 1,8 milioni di ingressi all’anno per i prossimi 10 anni. Il motivo? Perché queste persone, tendenzialmente giovani, lavorerebbero, svolgendo peraltro molto spesso mansioni abbandonate dai cittadini europei, farebbero aumentare i consumi e verserebbero tasse. Pagando così la pensione agli anziani europei.

Peccato che in Italia molti migranti lavorano in nero e non versano un euro allo Stato, senza contare che il “progetto” non è a zero spese. Il docente della Bocconi Francesco Giavazzi scrive: “Un rifugiato costa allo Stato tedesco circa 12 mila euro il primo anno, cifra che si azzera nel giro di 5-10 anni, quando la persona entra nel mercato del lavoro ed esce dai programmi di assistenza”. Una domanda sorge spontanea: perchè “buttare” 12 mila euro per un migrante? Quei soldi potrebbero essere utilizzati per dare un lavoro temporaneo ad un disoccupato. In che modo? Facendogli fare lavori socialmente utili nel comune di residenza. Il vantaggio sarebbe doppio: riempi le tasche di un disoccupato e non avresti più bisogno di un operaio comunale a tempo indeterminato. La verità è che i potenti vogliono la guerra tra poveri.

Commenti