UE: No proroga concessioni spiagge

La proroga automatica al 2020 delle concessioni balneari in Italia è contraria al diritto comunitario. Le spiagge italiane vanno all'asta?

Stabilimento balneareLa legge con cui l’Italia ha previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime e lacustri per attività turistico-ricettive fino al 2020 è contraria al diritto europeo. Questa la conclusione dell’avvocato generale della Corte di Giustizia UE, Maciej Szpunar sulle cause che coinvolgono gestori sardi e la Promoimpresa operante sul lago di Garda.

Le conclusioni dell’avvocato generale non sono vincolanti ma generalmente sono riprese nella sentenza che sarà emessa dalla Corte. Quindi il rischio assai reale è che le concessioni demaniali delle spiagge per gli stabilimenti balneari scadute dovranno essere messe a gara a livello europeo e dovranno avere una durata limitata. La Corte di giustizia UE è stata interpellata dai Tar della Lombardia e del Lazio. Ai Tribunali amministrativi regionali si erano rivolti nel 2010 la società Promoimpresa in seguito al rifiuto del rinnovo della concessione per lo sfruttamento di una zona demaniale della sponda del lago di Garda, e nel 2012 alcuni gestori di attività turistiche presso alcune aree demaniali marittime in Sardegna quando le amministrazioni locali non hanno riconosciuto loro la proroga automatica delle concessioni esistenti. Entrambi i Tar hanno sollevato una questione pregiudiziale alla Corte UE, con oggetto la legge italiana che prevede la proroga automatica e generalizzata delle concessioni sino al 31 dicembre 2020.

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