Istat: Italia vecchia, pochi figli e nozze
Diminuisce la popolazione in Italia e invecchia sempre di più. Al 1° gennaio 2016 sono 60,7 milioni i residenti(-139 mila sul 2015) e gli over 64 sono 161,1 ogni 100 giovani con meno di 15 anni. 5,54 milioni gli stranieri, l’8,3% della popolazione. Lo rileva il Rapporto Annuale 2016 dell’Istat.
Minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia: 488 mila nel 2015(-15 mila del 2014), son un indice di fecondità di 1,35 figli per donna. Ci si sposa sempre più tardi e si esce di casa più tardi: il 70% dei ragazzi di 25-29 anni e il 54,7% delle ragazze vive ancora in famiglia. Nel 2014, più di 6 giovani su 10 tra i 18 e i 34 anni erano in casa con i genitori. Nel 2014 l’età media al primo matrimonio è di 34,3 anni per gli sposi e di 31,3 per le spose. L’eccesso di peso tra gli adulti è meno diffuso che nel resto d’Europa, ma è in crescita soprattutto tra i maschi(il 54,8% nel 2015 contro il 51,2 nel 2001) E’ invece tra i più alti in Europa il sovrappeso tra bambini e adolescenti. Il 33,5% degli italiani pratica sport, diminuisce il consumo di tabacco, ma il 16,2% della popolazione ha un comportamento a rischio nel consumo di alcol.
E’ allarme sulle famiglie “jobless”: 2,2 milioni di famiglie vivono senza redditi da lavoro. Penalizzate specie le famiglie giovani(da 6,7% del 2014 al 13% del 2015). Le famiglie “jobless” sono passate dal 9,4% del 2004 al 14,2% dell’anno scorso e nel Mezzogiorno raggiungono il 24,5%, quasi un nucleo su quattro. Il tasso di disoccupazione è passato dal 12,7% del 2014 all’11,9 del 2015. Nel 2015, i giovani di 15-29 anni non occupati e non in formazione(Neet) sono più di 2,3 milioni, ma in calo di 64 mila unità(-2,7%) rispetto al 2014. Nel 2014 il tasso delle persone a rischio di povertà si riduceva, dopo i trasferimenti, di 5,3 punti. I minori pagano il prezzo più alto della crisi: nel 2014 povertà relativa al 19%.
Il sistema di protezione sociale del nostro Paese è, tra quelli europei, uno dei meno efficaci. Questo risultato è riconducibile alla preponderanza nel sistema italiano della spesa pensionistica che comprime il resto dei trasferimenti sociali. La spesa per interessi si è ridotta in misura consistente. L’avanzo primario è risultato stabile rispetto al 2014(26 milioni di euro, 1,6% del PIL) mentre la spesa per interessi si è ridotta da 74,3 a 68,4 miliardi di euro(dal 4,6% al 4,2% del PIL). Il debito pubblico è leggermente aumentato. Secondo le stime più recenti della Banca d’Italia il debito pubblico si è collocato a fine 2015 poco al di sotto dei 2.172 miliardi di euro, pari al 132,7% del PIL, con un aumento di due decimi di punto rispetto all’anno precedente.
Per ulteriori info: Rapporto annuale 2016
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