Jo Cox morta per salvare l’Unione Europea?

La morte della deputata laburista si sta trasformando in campagna elettorale pro Unione Europea. La Cox aveva già subito minacce, ma la scorta gli era stata negata. Perchè?

Jo CoxA pochi giorni dal referendum sul Brexit, la Gran Bretagna è sconvolta da un fatto di cronaca. Ieri(16 giugno), la deputata britannica laburista Jo Cox è stata aggredita da un folle a Birstall, vicino a Leeds. Si trovava nella sua circoscrizione per il consueto incontro con gli elettori. La donna, colpita con tre colpi di pistola e poi con un coltello, è morta in ospedale.

La deputata si era schierata per l’intervento militare in Siria, in opposizione al suo leader Corbyn. Era contro la Brexit e dalla parte dei migranti. E’ bastato questo per fare due più due. I media filoeuropeisti hanno subito preso la palla al balzo per trasformare una notizia di cronaca in propaganda elettorale pro Unione Europea. In che modo? Riportando cose non vere. Molti hanno scritto che l’aggressore avrebbe assalito la Cox gridando “Britain first”, slogan usato in chiave nazionalista e anti migranti. Gli investigatori restano cauti sul movente dell’uccisione della deputata laburista, rifiutandosi di confermare, ma anche di smentire, che l’aggressore, identificato come Tommy Mair, abbia urlato lo slogan in questione.

Crediamo sia un incidente isolato”, dicono gli inquirenti, precisando che le indagini sono ancora in corso. Ora si scopre che Jo Cox aveva ricevuto diversi messaggi di minacce negli ultimi tre mesi. Nonostante questo, sottolinea il “Times”, la revisione delle misure di protezione per la deputata laburista da parte della polizia era ancora in corso. A marzo un uomo era stato arrestato dalla polizia per aver dato un avvertimento alla Cox. L’esatto contrario di quello che accade in Italia, dove basta una minaccia sui social per avere la scorta a vita(chiedete a Filippo Taddei). Fondamentalmente Jo Cox è morta in nome dell’Unione Europea che è una cosa che non sappiamo nemmeno se esiste.

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