Caritas: Più giovani che vecchi nuovi poveri in Italia

Sfatato il mito che gli anziani sono più poveri in Italia. Per la prima volta non è così, la crisi del lavoro penalizza infatti i giovani. 118,7 milioni a rischio povertà o esclusione sociale in UE.

Povertà in ItaliaNell’Unione Europea il numero di persone a rischio povertà o esclusione sociale raggiunge quota 118,7 milioni nel 2015. Lo rileva l’Eurostat, nei dati diffusi oggi(17 ottobre). Il numero è in aumento rispetto al 2008, anno di inizio della crisi economica quando erano 115,9 milioni a rischio povertà o esclusione sociale.

118,7 milioni di persone rappresentano il 23,7% della popolazione UE, questo significa che quasi una persona su 4 è a rischio povertà. Quindici i Paesi UE dove l’indice povertà è aumentato in questi anni, con l’Italia quarta(+3,2%) dietro a Grecia(+7,6%), Cipro(+5,6%), e Spagna(+4,8%). Complessivamente in Italia sono 17,4 milioni le persone a rischio, mentre nel 2008 erano 15 milioni. Nel nostro Paese la situazione è drammatica, soprattutto nel Mezzogiorno. Nel 2015 a chiedere aiuto ai Centri di ascolto della Caritas del Sud sono stati per la prima volta più italiani che stranieri. E’ quanto emerge Rapporto 2016 della Caritas sulla povertà. Se a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere preponderante(57,2%), nel Mezzogiorno gli italiani sono arrivati al 66,6%. Cambio di tendenza anche rispetto al genere: per la prima volta si registra parità fra uomini(49,9%) e donne(50,1%).

Secondo il rapporto Caritas, inoltre, dall’inizio della crisi la povertà assoluta è esplosa in Italia. Infatti, nel 2007 i poveri assoluti erano 1,8 milioni, mentre nel 2015 sono saliti a quota 4,6 milioni. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. A livello territoriale, oggi come in passato, è ancora il Mezzogiorno a vivere la situazione più difficile; in queste aree si registra, infatti, l’incidenza più alta misurata sia sugli individui(10,0%) che sulle famiglie(9,1%). E, proprio al Sud, dove vive il 34,4% dei residenti d’Italia, si concentra il 45,3% dei poveri di tutta la nazione. Dal 2008 ad oggi, nel Meridione, sono andati persi 576 mila posti di lavoro, pari al 70% delle perdite di tutta Italia.

Il modello italiano di povertà, che vedeva gli anziani tra i più indigenti, non è più valido. Oggi la povertà assoluta è inversamente proporzionale all’età. Ciò è dovuto alla persistente crisi occupazionale, che penalizza i giovani e gli adulti rimasti senza lavoro. La Caritas chiede la governo di estendere il reddito d’inclusione(Rei) a tutti gli indigenti. Sono 7.770 i profughi e i richiedenti asilo rivoltisi ai Centri di ascolto Caritas nel 2015. Il 92,4% è costituito da uomini di età compresa tra i 18 e i 34 anni(79,2%), provenienti da Stati africani e Asia centro-meridionale. Le cattive notizie non finiscono qui. In Italia, oltre un milione di bambini vive in povertà assoluta e nell’Unione Europea circa il 27% dei minori è a rischio povertà ed esclusione. E’ la denuncia fatta da “Save the Children” che lancia la campagna globale “Fino all’ultimo bambino” per salvare e dare un futuro ai bambini a rischio. Da oggi all’8 novembre raccolta fondi attraverso il numero solidale 45567.

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