Svimez: Serve misura universale contro povertà

Nel Sud crescono i nuovi poveri, serve misura universale di contrasto. Nel Mezzogiorno è l’occupazione atipica ad essere tendenzialmente cresciuta.

Serve misura universale contro povertà“Non è più rinviabile una misura organica e universale di contrasto della povertà”. Lo sostiene Svimez nel Rapporto 2016 sull’economia del mezzogiorno. La misura si rende necessaria soprattutto alla luce della comparsa dei nuovi poveri, lavoratori anche diplomati o laureati che con la crisi hanno subito un netto peggioramento della condizione economica(perdita di lavoro, riduzione di orario e salariale, perdita del potere d’acquisto connessa alla precarietà).

Con la crisi, al Sud il 60% degli individui in famiglie giovani è a rischio povertà. L’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione, con l’istituzione di del sostegno inclusione attiva(Sia), è solo un primo passo. Ma le risorse messe in campo, che peraltro sono rimaste invariate anche per il 2017, sono ancora troppo poche e consentono di raggiungere al massimo un terzo di quei 4,5 milioni di persone, di cui circa 2 milioni e 100 mila nel Mezzogiorno, che attualmente in Italia versano in condizioni di povertà assoluta. Nel 2015 gli occupati al Sud erano sotto la soglia di 6 milioni. Il maggior contributo alla ripresa occupazionale meridionale è venuto dai contratti a termine e part time, essendo agricoltura e turismo i settori che hanno fatto il più elevato numero di assunzioni. In definitiva, è l’occupazione atipica ad essere tendenzialmente cresciuta, e, in questo quadro, rientra anche l’esplosione dei voucher. Svimez sostiene che bisogna mettere un freno all’abuso dei voucher, diventato in molti casi una legalizzazione del lavoro nero. Il governo Renzi ha ripristinato solo nel Mezzogiorno per il 2017 l’esonero totale dal pagamento dei contributi Inps a carico del datore di lavoro per i nuovi assunti, giovani e svantaggiati, a tempo indeterminato.

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