Oxfam: L’1% al mondo ricco come restante 99%

Il nuovo rapporto di Oxfam diffuso oggi analizza quanto la forbice tra ricchi e poveri si stia estremizzando. Anche in Italia i soldi si stanno concentrando in poche persone.

Donne con i soldiI primi otto uomini più facoltosi al mondo detengono la ricchezza di 3,6 miliardi di più poveri, in pratica l’1% possiede quanto il restante 99%. E’ quanto emerge dal rapporto Oxfam “Un’economia per il 99%”, diffuso in vista del Forum economico che si apre domani(17 gennaio) a Davos, in Svizzera.

Secondo le nuove stime sulla distribuzione della ricchezza globale, basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti in Cina e India, la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato. I mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire(ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Una cifra che si consuma solo spendendo un milione di dollari al giorno per 2.738 anni. Nei prossimi 20 anni 500 persone trasmetteranno ai propri eredi 2.100 miliardi di dollari: è una somma superiore al PIL dell’India, Paese in cui vivono 1,3 miliardi di persone. Tra il 1988 e il 2011 i redditi del 10% più povero dell’umanità sono aumentati di meno di 3 dollari all’anno mentre quelli dell’1% più ricco sono aumentati 182 volte tanto.

Oxfam scrive: “Al contrario di un normale risparmiatore, i super ricchi fanno ricorso a una fitta rete di paradisi fiscali per evitare di pagare la loro giusta quota di tasse, oltre che a un esercito ben pagato di società di gestione del patrimonio per trarre il massimo profitto dagli investimenti fatti”. E’ una leggenda che i miliardari si siano fatti tutti da sé: Oxfam ha calcolato che 1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari. A chiudere il cerchio c’è l’uso di denaro e relazioni da parte dei ricchissimi per influenzare le decisioni politiche a loro favore. Ovunque nel mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti. Al vertice l’appello ai governi per politiche di redistribuzione della ricchezza e sul benessere dei cittadini.

E in Italia? Nel 2016 la distribuzione della ricchezza nazionale netta(il cui ammontare complessivo si è attestato, in valori nominali, a 9.973 miliardi di dollari) vedeva il 20% più ricco degli italiani detenere poco più del 69% della ricchezza nazionale, il successivo 20% (quarto quintile) controllare il 17,6% della ricchezza, lasciando al 60% più povero dei nostri concittadini appena il 13,3% di ricchezza nazionale. Il top-10% della popolazione italiana possiede oggi oltre 7 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Confrontando il top-1% della popolazione italiana con i primi decili più poveri, il risultato è ancora più sconfortante. La ricchezza dell’1% più ricco degli italiani(in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana.

Alcuni dati che tutti dovrebbero conoscere

  • 8 persone nel 2016 possedevano la stessa ricchezza netta(426 miliardi di dollari) dei 3,6 miliardi di persone più povere del mondo.
  • L’1% della popolazione mondiale possiede, sin dal 2015, più ricchezza netta del restante 99%.
  • 1 persona su 10 nel mondo vive con meno di 2 dollari al giorno.
  • 7 persone su 10 nel mondo vivono in paesi in cui la disuguaglianza è aumentata negli ultimi 30 anni.
  • 10 tra le più grandi multinazionali hanno generato nel 2015/16 profitti superiori a quanto raccolto dalle casse pubbliche dei 180 Paesi più poveri al mondo.
  • 124 milioni: E’ il numero di bambini che potrebbero andare a scuola se si recuperassero i proventi dell’elusione fiscale delle grandi corporation a danno dei paesi poveri.
  • 50%: E’ la quota di emissioni in atmosfera prodotta a livello globale dal 10% più ricco del mondo.

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