Si rischia un nuovo Vajont a Campotosto?

La relazione della Commissione Grandi Rischi annuncia possibili scosse fino a magnitudo 7 nel Centro Italia. Allarme grandi dighe.

Diga di Campotosto“Ad oggi non ci sono evidenze che sia in esaurimento la sequenza sismica iniziata con il terremoto dello scorso 24 agosto 2016 nell’Appennino Centrale e proseguita poi con altre scosse il 26 ed il 30 ottobre e, da ultimo, il 18 gennaio”. E’ quello che afferma la Commissione Grandi Rischi.

Le faglie attive dal 24 agosto 2016 hanno il potenziale di produrre sismi di magnitudo 6-7. La Commissione identifica in particolare tre aree contigue alla faglia principale, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo. Questi segmenti - localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano, e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 - rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti. Per questo motivo bisogna monitorare lo stato delle dighe nelle zone ad alto rischio sismico.

“Nella zona di Campotosto c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago. Si creerebbe l’effetto Vajont”. Questo è quello che aveva dichiarato ieri(22 gennaio) Sergio Bertolucci, presidente Commissione Grandi Rischi. Oggi(23 gennaio) però c’è stato un parziale dietrofront: “La diga di Campotosto non rischia pericolo imminente di effetto Vajont”. Enel precisa che la struttura della diga è sicura e in buono stato. Quale è la verità? Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha deciso di convocare per oggi pomeriggio una riunione sulle Grandi dighe delle regioni del Centro Italia colpite dai recenti eventi.

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