La bufala di Renzi sul reddito di cittadinanza

Matteo Renzi a "Quinta Colonna ha dichiarato che il reddito di cittadinanza del M5S paga la gente per stare a casa. E' una bufala colossale. Il segretario del PD esalta il reddito d'inclusione, peccato che non sia una misura universale.

Matteo RenziMancano sempre meno giorni alle elezioni del 4 marzo 2018 e i politici fanno a gara a chi la spara più grossa. In questa speciale “competizione” sta primeggiando Matteo Renzi, un vero professionista di fake news. Il segretario del PD è stato ospite di Paolo Del Debbio a “Quinta Colonna” lo scorso 15 febbraio. Tra una fuffata e l’altra, Renzi ha detto una bufala sul reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle.

Il segretario del Partito Democratico ha dichiarato: “Il lavoro è l’argomento fondamentale italiano e invece purtroppo si continua a discutere del reddito di cittadinanza, che vuol dire dare i soldi alla gente perché non lavori. Noi bisogna dare i soldi agli imprenditori per assumere”. E chi non riesce a trovare un lavoro? Il fuffatore Renzi ha risposto: “Gli si dice che non gli si dà un reddito a tutti per stare a casa. Gli si dà il reddito d’inclusione, che è una misura che abbiamo finanziato e che è quello strumento che serve a chi in un determinato momento è senza lavoro, per dire io ti do una mano, ma te ti metti a seguire tutti i corsi di formazione, ti metti in gioco, per poi poter ripartire. Cioè, dare uno stipendio per stare a casa e non far nulla è il reddito di cittadinanza”. Secondo il segretario del PD, quindi, il reddito di cittadinanza sarebbe assistenzialismo mentre il reddito d’inclusione(Rei) avrebbe obblighi stringenti per far stare attiva la persona.

Cosa prevede il reddito di cittadinanza?

Il disegno di legge n. 1148/2013 del M5S prevede un reddito equivalente alla differenza tra la soglia di povertà e il reddito famigliare percepito. La platea di famiglie interessate sarebbe circa il 19% del totale per una cifra mensile media di 480 euro. Per poter godere dell’assegno mensile il beneficiario deve rispettare diversi obblighi, tipo offrire la propria disponibilità a lavorare per progetti comunali utili alla collettività per almeno 8 ore a settimana. L’articolo 9 del disegno di legge prevede che, oltre a fornire immediata disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego, intraprenda un “percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo”, sia tramite gli stessi centri sia tramite le agenzie di lavoro. Il beneficiario è obbligato, quindi, a partecipare a corsi di formazione e a colloqui individuali, oltre che ad altre iniziative finalizzate al miglioramento delle sue competenze lavorative per non perdere l’assegno del reddito di cittadinanza.

Il factchecking è stato fatto da lavoce.info(vedi tweet). Renzi ha detto una bufala non solo sul reddito di cittadinanza, ma anche sul reddito d’inclusione. Lo strumento introdotto dal governo Gentiloni prevede uno stanziamento di 2 miliardi di euro per garantire un assegno a circa 700 mila famiglie nel 2018, una cifra ridicola rispetto ai 9 milioni e 293 mila di persone a rischio povertà in Italia. Le risorse sono ancora insufficienti a determinare il fatto che sia un processo universale. In poche parole, il reddito d’inclusione rischia di diventare una lotteria per poveri. Il Rei è solo un primo passo, ma non risolve il problema povertà in Italia. Un’altra sciocchezza detta da Renzi è quella dei soldi da dare alle imprese. Il motivo? Gli incentivi o bonus all’assunzione sono una forma di assistenzialismo fatto alle imprese che droga il mercato del lavoro.

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