Servizio sanitario nazionale compie 40 anni. Resta divario fra Regioni
Il 23 dicembre 1978, con la legge 833/1978, veniva istituito in Italia il Servizio sanitario nazionale per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini. Fu ideato con il compito non solo di curare la malattia, ma anche di prevenirla e di educare i cittadini alla salute. Nel 2018 la Sanità pubblica compie 40 anni, ma non c’è nulla da festeggiare. Il motivo? Resta divario fra Regioni.
Il 24 febbraio 2018 Cittadinanzattiva ha presentato “La salute è uguale per tutti”, la campagna di riforma costituzionale per promuovere il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. Nel rapporto emergono differenze fra regioni, che restano drammatiche in termini di qualità delle cure, tempi e costi per l'assistenza. Per l’arrivo dei mezzi di soccorso si attende da un minimo di 13 minuti in Liguria ad un massimo di 27 minuti in Basilicata(il tempo standard dovrebbe essere contenuto in 18 minuti). I centri diurni per la salute mentale variano dai 3 del Molise ai 69 della Toscana, quelli per l’autismo dai 6 di Puglia ed Umbria ai 309 del Veneto, i centri per l’Alzheimer dall’1 del Molise ai 109 del Veneto; 789 le Residenze sanitarie assistenziali(RSA) presenti in Veneto, 605 in Piemonte, 319 in Toscana, circa 32 nelle altre Regioni. Per un emocromo si paga un ticket di 3,17 euro in Liguria e di 5,30 euro in Friuli Venezia Giulia. Il divario è stato originato nel 2001 con il cambiamento del Titolo V della Costituzione che di fatto ha dato alle Regioni la quasi esclusiva potestà di organizzare e di gestire la Sanità.
La proposta di riforma di Cittadinanzattiva, messa a punto grazie al contributo del costituzionalista Francesco Clementi, intende integrare l’art.117, nella parte relativa alle materie di legislazione concorrente, come segue: “tutela della salute nel rispetto del diritto dell’individuo e in coerenza con il principio di sussidiarietà di cui all’art.118 Cost.”. Ponendo l’accento sull’individuo, si rafforza e si restituisce centralità alla tutela del diritto alla salute attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà, per evitare che eventuali inerzie istituzionali compromettano l’esercizio di tale diritto. La proposta sarà sostenuta dalla campagna social #diffondilasalute, per chiedere a tutti i cittadini di attivarsi a sostegno della tutela del diritto alla salute. Da oggi cittadini e testimonial possono contribuire a “diffondere la salute” con un bacio(foto) che diventerà il simbolo di un “contagio” virtuoso. Stando ai dati pubblicati dal Consiglio dei ministri nel Documento di economia e finanza(DEF), nel 2018 il rapporto tra la spesa sanitaria e PIL scenderà a quota 6,5% E’ il valore più basso registrato negli ultimi 10 anni. Sotto questa soglia, non è più possibile garantire un’assistenza di qualità e neppure l’accesso alle cure, con una conseguente riduzione dell’aspettativa di vita.
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