Cgia: Rischio povertà per 18 milioni di persone

Tasse record e spesa sociale tra le più basse d'Europa: in Italia il rischio povertà o esclusione sociale è a livelli preoccupanti. Lo sostiene la Cgia di Mestre. Situazione drammatica al Sud.

Rischio povertà per 18 milioni di personeL’Italia è un paese con tasse record e spesa sociale tra le più basse delle Unione Europea. In poche parole gli italiani pagano le tasse per non avere quasi nulla in cambio. Questo controsenso ha portato come conseguenza una crescita delle persone a rischio povertà o esclusione sociale. E’ quello che emerge da uno studio della Cgia di Mestre.

In questi ultimi anni di crisi, l’UE ha imposto una serie di misure economiche di austerità alla gran parte dei Paesi mediterranei per mettere in sicurezza i conti pubblici. In via generale questa operazione è stata perseguita attraverso uno smisurato aumento delle tasse, una fortissima contrazione degli investimenti pubblici e un corrispondente taglio del welfare state. Nonostante i “sacrifici”, il rapporto debito/PIL dell’Italia è aumentato di oltre 30 punti, attestandosi l’anno scorso al 131,6%. Tra il 2006 e il 2016 le persone a rischio povertà in Italia sono aumentate di quasi il 4%, raggiungendo il 30% della popolazione. Le persone in difficoltà e deprivazione sono passate da 15 a 18,1 milioni. La media europea è invece salita solo dell’1%, al 23,1%, cioè il 6,9% in meno rispetto a quella italiana. In controtendenza Germania e Francia, dove il rischio povertà è addirittura diminuito.

In Italia, a livello regionale la situazione al Sud è pesantissima. Gli ultimi dati disponibili riferiti al 2016 ci segnalano che il rischio povertà o di esclusione sociale sul totale della popolazione ha raggiunto il 55,6% in Sicilia, il 49,9% in Campania e il 46,7% in Calabria. In Italia la pressione tributaria(vale a dire il peso solo di imposte, tasse e tributi sul PIL) si attesta al 29,6% nel 2016. Tra i nostri principali paesi competitori presenti in UE nessun altro ha registrato una quota così elevata. Al netto della spesa pensionistica, il costo della spesa sociale sul PIL(disoccupazione, invalidità, casa, maternità, sanità, assistenza, etc.) si è attestata all’11,9%. Tra i principali paesi UE presi in esame in questa analisi, solo la Spagna ha registrato una quota inferiore alla nostra(11,3 per cento del PIL), anche se la pressione tributaria nel paese iberico è 7,5 punti inferiore alla nostra. In buona sostanza gli italiani sono i più tartassati d’Europa e con un welfare “striminzito” il disagio sociale e le difficoltà economiche sono aumentate a dismisura.

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