Il piano anti migranti di Israele

Israele ha messo in atto un piano anti migranti che prevede l'espulsione di 16.250 eritrei e sudanesi entrati illegalmente nel Paese. L'accordo con l'Unhcr avrebbe ricollato una parte in Italia.

MigrantiLa questione migranti sta diventando una barzelletta. All’inizio del 2018 Israele ha messo in atto un piano per espellere eritrei e sudanesi entrati illegalmente nel Paese. In caso di rifiuto, i 16.250 migranti sarebbero stati sbattuti in carcere o cacciati da Israele con espulsioni forzate. Gli eritrei e sudanesi non sarebbero stati rimpatriati ma ricollocati in altri paesi africani. Il piano di Israele ha subito lo stop di Ruanda e Uganda, che hanno comunicato che non avrebbero accettato persone espatriate contro la loro volontà.

Il piano anti migranti di Israele non piace all’Unhcr e agli attivisti per i diritti umani. Critiche sono arrivate anche dai sopravvissuti all’Olocausto, che hanno sottolineato come il Paese avesse un obbligo particolare di proteggere i migranti. Per questo motivo Israele ha raggiunto un accordo con l’agenzia Onu. Il risultato? I migranti “cacciati” dovrebbero essere accolti dai Paesi occidentali, fra cui Italia, Germania e Canada. I paesi interessati hanno smentito la notizia dopo poche ore. Carlotta Sami, portavoce italiana dell’Unhcr, ha dichiarato: “Sull’accordo tra Israele e l’Unhcr per il trasferimento di 16.250 rifugiati in diversi Paesi europei tra cui l’Italia c’è stato un equivoco”. L’accordo siglato ieri(2 aprile) prevede che l’agenzia Onu trovi l’accordo con gli Stati che danno disponibilità ad accogliere i 16.250 migranti “cacciati” da Israele. 24 ore dopo l’intesa è già saltata. Travolto dalle polemiche, il premier Benjamin Netanyahu ha annullato l’accordo sui migranti africani in Israele con l’Unhcr. La decisione è arrivata dopo la visita nei quartieri sud di Tel Aviv, dove è più forte la presenza di rifugiati. “Continueremo ad agire per fare uscire gli infiltrati dal Paese”, ha ribadito il premier israeliano.

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