Spread supera 300 punti. Parte l’operazione terrore
In Italia è tornata di moda la parola “spread”. Cosa significa? Lo spread è un numero che indica una differenza percentuale fra rendimenti. In ambito finanziario si usa questo termine per indicare il differenziale tra il tasso di rendimento di un’obbligazione caratterizzata da rischio default e quello di un titolo privo o a bassissimo rischio preso a riferimento. Il Btp italiano ha come riferimento il Bund tedesco. I titoli di Stato sono a 10 anni.
Ieri(28 maggio) lo spread ha chiuso a 233 punti. Oggi l’apertura a 250 e l’impennata fino a quota 320 punti in mattinata. E’ il valore più alto da giugno 2014. Il differenziale tra Btp e Bund è poi calato, tornando a quota 280 punti. Cosa è successo? Gli sciacalli renziani e alcuni media hanno iniziato l’operazione terrore mettendo in relazione la risalita dello spread alla “presunta” uscita dall’euro di Lega e Movimento 5 Stelle, che tra l’altro non possono fare più nulla visto che il presidente Sergio Mattarella ha affidato l’incarico al tecnico Carlo Cottarelli. L’operazione terrore serve anche per farci “digerire” l’ennesimo governo tecnico imposto dai burocrati di Bruxelles. Sotto potete leggere il tweet del segretario del PD dimissionario Matteo Renzi, che stranamente torna sempre in auge nonostante abbia subito batoste elettorali a raffica.
La Lega aveva promesso la Flat-Tax e invece ci ha portato la crisi finanziaria: lo spread possiamo chiamarlo #SalviniTax. Sono degli irresponsabili che per uscire dall’Euro mettono a rischio i risparmi degli italiani. #circomassimo
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 29 maggio 2018
Come già scritto, lo spread è il differenziale tra Btp Italia e Bund Germania. Come potete vedere dal grafico allegato, negli ultimi giorni c’è stata una crescita del decennale italiano e una diminuzione del decennale tedesco. Nel momento in cui scrivo, il rendimento del Btp Italia 10 anni è al 3,15%, mentre quello del Bund Germania 10 anni è dello 0,33%. Una settimana fa il decennale italiano era al 2,28%, mentre il decennale tedesco era al 0,57%. Perché gli investitori vendono titoli di Stato italiani e acquistano quelli tedeschi? La risposta è ovvia. A settembre 2018 dovrebbe concludersi il Quantitative easing, il programma di acquisti titoli della Banca Centrale Europea. Questo programma della BCE ha drogato lo spread, tenendo basso il differenziale dell’Italia nonostante la situazione economica non sia migliorata rispetto a qualche anno fa. Tanto per fare un esempio, il debito pubblico italiano è passato dai 1.897,946 miliardi di dicembre 2011 ai 2.302,3 miliardi di febbraio 2018. Una crescita di 404 miliardi di euro in meno di 7 anni. Negli ultimi tre anni i governi del Partito Democratico hanno buttato quasi 70 miliardi di euro sotto forma di bonus, soldi che potevano essere utilizzati per abbattere strutturalmente il cuneo fiscale. E’ logico che gli investitori puntino su titoli di Stato più sicuri con la fine del Quantitative easing. L’operazione terrore può ingannare solo i prolet.
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