UE propone fondo di 30 miliardi per Paesi in crisi
La Commissione UE propone un fondo di 30 miliardi di euro da erogare ai Paesi colpiti dalla crisi per mantenere i loro investimenti pubblici e impegni. La cifra verrebbe raccolta sul mercato e concessa ai Paesi sotto forma di prestito. Gli interessi sulla somma prestata saranno coperti dai profitti del signoraggio bancario. Ogni singolo Paese potrà richiedere solo e fino al 30%.
Il fondo potrà essere arricchito nel tempo da risorse finanziarie fuori dal budget europeo, ovvero provenienti dal fondo salva-Stati ESM o dal futuro Fondo monetario europeo, o anche da un possibile meccanismo di assicurazione volontario da creare tra gli Stati membri. Non tutti possono accedere al fondo anti crisi. La Commissione UE scrive: “Per minimizzare il rischio di azzardo morale gli Stati dovranno rispettare stringenti criteri di eleggibilità basati su solide politiche finanziarie e macroeconomiche”. Il fondo anti crisi è l’ennesima proposta per indebitare i Paesi in crisi e per togliere sovranità ai singoli Stati. 30 miliardi di euro sono una cifra irrisoria, serve solo come fumo negli occhi per far vedere che all’UE importi qualcosa dei Paesi membri.
Come viene garantita l’azione dell’Unione Europea?
Bruxelles non stampa soldi, ma funziona grazie al versamento annuale fatto da ogni Stato membro. L’Italia è il sesto contributore netto a garantire l’azione dell’Unione Europea. Significa che siamo in “rosso”, cioè versiamo più di quanto incassiamo. Il nostro Paese, tra il 2000 e il 2016, ha versato all’UE 203,6 miliardi di euro, ricevendone “solo” 162: il saldo negativo registrato è di 68,3 miliardi. Questo significa che negli ultimi 17 anni restare in UE ci è costato in media 4 miliardi di euro ogni anno.
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