La vittoria della Francia multietnica e l’inutilità del canone TV
I mondiali in Russia si sono conclusi ieri(15 luglio) con la vittoria della Francia sulla Croazia per 4-2. I Blues conquistano la Coppa del Mondo per la seconda volta nella storia, 20 anni dopo il primo successo. Nel 1998 l’attuale CT Didier Deschamps era il capitano di quella nazionale. Un’impresa riuscita in passato solo a Franz Beckenbauer e Mario Zagallo. Ha vinto la squadra più forte, non quella che gioca meglio. La Francia ha giocato all’italiana: tutti in difesa e contropiede. Questo ci fa capire che nel calcio conta avere chi butta la palla in rete; il tanto decantato "gioco" è solo un qualcosa in più che in molti casi non serve.
La vittoria della Francia in Russia infuoca il dibattito politico in Italia sul tema migranti. Il motivo? La rosa francese ha 14 calciatori di origine africana. Più che una vittoria dei blues sembra il trionfo del colonialismo francese. La nazionale multietnica dei nostri “cugini” viene presa come riferimento dalla sinistra italiana e da alcuni giornalisti pseudo intellettuali. “La Francia vince perché è multietnica”. Ecco il nuovo mantra politicamente corretto dei padroni del discorso turbomondialisti. Qualcuno sostiene che la mescolanza di origini ed etnie si dimostra la più forte. Sarà vero? Probabile. Il problema è che in Francia ci sono anche le banlieue, grandi agglomerati urbani delle aree periferiche dove pullula la delinquenza e in alcuni casi rappresentano il terreno fertile per il terrorismo islamico. La Francia non può essere presa come riferimento per l’integrazione. I problemi dell’Italia non si risolvono facendo venire in massa disperati dall’Africa. I mondiali in Russia sulle reti Mediaset sono stati un successo e questo ci fa capire che si può vivere benissimo anche senza Rai. Il governo in carica deve abolire il canone TV, una tassa obsoleta istituita nel 1938 dal governo di Benito Mussolini con il Regio decreto numero 246 del 2 febbraio 1938. La Rai non fa più servizio pubblico ma è diventato un “piazzificio” di mogli e parenti di giornalisti e politici. Non si può essere sostenitori della Francia multietnica e allo stesso tempo difendere una tassa fascista come il canone TV.
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