Italia con rapporto debito/PIL oltre 100% da 10 anni
L’indicatore denominato debito/PIL è quel rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo di un Paese. Tenere questo rapporto entro il 60% è uno dei parametri che deve essere rispettato dai Paesi dell’Unione Europea. Il deficit pubblico misura, invece, la differenza tra il gettito in entrata e le spese pubbliche sostenute e che, secondo i parametri UE, deve rimanere al di sotto del 3% del PIL. L’Italia ha sforato il 3% tre volte negli ultimi 10 anni.
Il rapporto debito/PIL dovrebbe essere rispettato da tutti i Paesi UE che hanno adottato l’euro. Dal 2008 al 2017 il debito pubblico medio in Unione Europea è ben superiore al 60% che impone il Trattato di Maastricht. La colpa è di molti Paesi che non rispettano questo vincolo, tra i “cattivi” c’è anche l’Italia. Non solo il nostro Paese non ha rispetto il vincolo del 60%, ma da 10 anni ha un rapporto debito/PIL oltre il 100%. Nel 2007 l’Italia aveva ridotto il debito al 99,8% del PIL, distante 39,8 punti percentuali dal vincolo del 60%. Il valore ottenuto undici anni fa è il più basso ottenuto negli ultimi 23 anni. Dal 2008 in poi, il rapporto debito/PIL dell’Italia ha avuto una crescita continua fino a sfondare quota 130%. Da segnalare il rapporto debito/PIL è cresciuto di 15,3 punti percentuali dal 2011 al 2014, ovvero negli anni in cui è stata messa in atto l’austerity. Nel 2017 il debito era al 131,8% del PIL, mentre quest’anno è previsto al 130,3%. Il sito Truenumbers scrive: “Considerando i dati sull’andamento debito/PIL degli ultimi 23 anni è da notare che la la Spagna ha violato il limite per 13 anni, la Germania per 15, la Francia per 19 e l’Italia per 23”. L’Italia può permettersi di tenere un rapporto debito/PIL oltre il 130%? La risposta è no. Per far calare il rapporto debito/PIL si può agire su due fronti. Innanzitutto si può intervenire sul numeratore, tenendo a bada il deficit, cioè facendo aumentare di poco ogni anno il valore assoluto del debito. Oppure si può agire sul denominatore, cioè far crescere il PIL di almeno 2 punti percentuali ogni anno. Di seguito il rapporto debito/PIL dell’Italia dal 1995 al 2017 e la media dell’Unione Europea dal 2000 al 2017.
Anno | Italia | Unione Europea |
1995 | 116,9% | - |
1996 | 116,3% | - |
1997 | 113,8% | - |
1998 | 110,8% | - |
1999 | 109,7% | - |
2000 | 105,1% | 60,1% |
2001 | 104,7% | 59,3% |
2002 | 101,9% | 58,8% |
2003 | 100,5% | 60,4% |
2004 | 100,1% | 60,9% |
2005 | 101,9% | 61,5% |
2006 | 102,6% | 60,1% |
2007 | 99,8% | 57,5% |
2008 | 102,4% | 60,8% |
2009 | 112,5% | 73,4% |
2010 | 115,4% | 78,9% |
2011 | 116,5% | 81,5% |
2012 | 123,4% | 83,9% |
2013 | 129,0% | 85,8% |
2014 | 131,8% | 86,5% |
2015 | 131,5% | 84,5% |
2016 | 132,0% | 83,3% |
2017 | 131,8% | 81,6% |
Commenti
Posta un commento