Olio extravergine diventa farmaco negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti l'olio extravergine italiano diventa un farmaco per prevenire infarto e altre patologie. L'Italia è il secondo produttore di olio al mondo, ma quest'anno la raccolta è dimezzata a causa del maltempo.

Olio extravergineMezzo cucchiaio al giorno d’olio extravergine previene l’infarto e le malattie del cuore. E’ l’invito della Food and Drugs Administration(FDA) ad indicare sulle confezioni degli oli con almeno il 70% di acido oleico che il loro consumo ha benefici cardiovascolari. Lo rende noto Coldiretti, in occasione della Giornata della riscossa degli oli italiani promossa nei mercati di Campagna Amica di tutta Italia.

L’olio extravergine è stato promosso a “farmaco” per prevenire infarto e altre patologie del cuore negli Stati Uniti. In Italia conosciamo da tempo i benefici prodotti dall’acido oleico. La decisione della FDA è una risposta agli allarmi di Paesi come la Gran Bretagna, che appone sulle etichette semafori rossi o bollini neri per disincentivare il consumo di olio, considerato ricco di grassi e potenzialmente dannoso. Negli Stati Uniti il consumo dell’olio d’oliva è triplicato nel giro di 20 anni, arrivando alla cifra record di 315 milioni chili(+174%). Gli USA sono al terzo posto dopo Italia e Spagna. La crescita dell’olio d’oliva è avvenuta in modo vorticoso anche in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Brasile, Russia, Canada e Francia. Numeri che confermano il successo a livello mondiale di uno degli ingredienti fondamentali della nostra dieta mediterranea.

Italia secondo produttore di olio al mondo

L’Italia è il secondo produttore di olio al mondo dopo la Spagna, ma può contare sul primato qualitativo con 47 olii Dop/Igp riconosciuti dall’Unione Europea e 533 diverse varietà di olive dai quali si ottiene un olio con percentuali di acido oleico che variano dal 72% all’83%, ben al di sopra del livello indicato dall’FDA. A pesare nel 2018 è il crollo del 38% della produzione nazionale per un “raccolto” di 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici, a causa del maltempo con il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti con almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio e danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate. La produzione dimezzata porterà a rincari tra il 30% e il 50%. Secondo i dati di Italia Olivicola, il prezzo dell’olio convenzionale extravergine di oliva al 100% è passato, all’ingrosso, da 4,5 a 6,5 euro al chilogrammo, con un incremento del 44%.

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