Nel 2017 spesi 101,8 miliardi per gioco d’azzardo
La crisi economica ha fatto diventare gli italiani dei giocatori d’azzardo. Sono in crescita coloro che tentano la fortuna con lotteria, superenalotto, gratta e vinci e altre cose svuota portafoglio. La raccolta complessiva dell’industria del gioco d’azzardo nel 2017 è stata di 101,8 miliardi di euro, 5,7 miliardi in più rispetto al 2016. E’ quello che emerge dai dati pubblicati sul “libro blu” dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli(Aams). Una cifra pari a più di tre manovre finanziarie, più di quanto speso per sanità o istruzione. Tanto per avere un riferimento, il governo Lega-Movimento 5 Stelle ha presentato una manovra economica da 32 miliardi di euro.
La raccolta 2017 del gioco d’azzardo ha battuto il record storico di 96,1 miliardi di euro stabilito nel 2016. I 101,8 miliardi di euro sono più o meno il 5,9% del PIL italiano. Di questa cifra circa 82,9 miliardi di euro(+5,9 miliardi rispetto al 2016) sono tornati nelle tasche degli italiani sotto forma di vincite. Questo significa che la “spesa reale” dei giocatori è di “solo” 18,9 miliardi di euro, 200 milioni in meno rispetto al 2016. All’erario sono andati 13,7 miliardi di euro(10,5 miliardi di accisa e 3,2 miliardi di IVA). Ma dove hanno speso di più gli italiani? Considerando l’intero volume delle giocate, corrispondente a 101,8 miliardi di euro, il 48,5%(pari a 49,4 miliardi) è stato buttato per slot e videolottery. Rilevante, con oltre 9 miliardi di giocato nel 2017(12% del giocato complessivo), l’apporto economico delle cosiddette lotterie istantanee o gratta e vinci. Gli italiani hanno giocato per il lotto circa 7,5 miliardi di euro, cifra che rappresenta il 9% del totale per il gioco d’azzardo. Spese rilevanti anche per le scommesse sportive a quota fissa con 4.334.343.047 euro di spesa, rappresentano circa il 5,7 % del giocato e per il bingo, che con una raccolta di 1.528.636.500 euro, rappresenta il 2% del giocato a livello nazionale.
Caresanablot e Prato record per gioco d’azzardo
L’Italia che dedica più risorse al gioco d’azzardo è concentrato soprattutto al nord e l’ammontare della spesa per il gioco sembra spesso essere correlata alla distribuzione del reddito medio-pro capite della Penisola. Si conferma il record di Caresanablot, comune record del vercellese: qui nel 2017 si è speso per il gioco d’azzardo più di 28 mila euro, circa 5 mila euro in più del reddito medio pro-capite dei suoi cittadini. Un primato che, anche quest’anno, è fortemente influenzato dalle spese per slot machine. Il Comune di Caresanablot ha una grande sala slot lungo una provinciale, capace di attirare giocatori anche dai comuni limitrofi o di passaggio nella zona. Tra i centri urbani di media grandezza invece si conferma il record di Prato: il comune toscano ha fatto registrare ben 3.320 euro pro-capite di spesa per i differenti giochi, mentre tra le città metropolitane(più di 200 mila) spicca il primato di Bologna(1.875 euro pro-capite di giocate nel 2017). Enna è la più virtuosa d’Italia con una spesa di appena 548 euro pro-capite per il gioco d’azzardo nel 2017.
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