Lavoratori Ottimax Afragola deportati in altra sede

Il punto vendita di Ottimax ad Affragola chiude dopo solo tre anni. I 67 dipendenti che devono scegliere tra perdere il lavoro o essere deportati in un'altra sede fuori regione. La vicenda di Ottimax mette nuovamente in evidenza i danni fatti dal Jobs Act di Matteo Renzi.

Ottimax AfragolaOttimax di Afragola chiuderà i battenti il 28 febbraio 2019. Una bella doccia fredda per 67 lavoratori dello store situato nello polo commerciale “Le Porte di Napoli”. L’insegna è stata già smontata. Un’altra chiusura per una location che ha già visto, negli anni, la presenza di Castorama prima e Leroy Merlin poi. I dipendenti devono scegliere tra un trasferimento forzato(come capitato ai lavoratori dell’Auchan nel 2016) o restare senza un lavoro. Una cosa inconcepibile in un paese che si definisce civile.

La vicenda di Ottimax mette nuovamente in evidenza i danni fatti dal Jobs Act di Matteo Renzi. Il punto vendita di Afragola ha aperto nel 2015, quando era possibile assumere a tempo indeterminato con sgravi di 8 mila euro all’anno per ogni lavoratore. La decontribuzione durava tre anni e per i dipendenti Ottimax di Afragola è terminata lo scorso novembre. Un lavoratore ha dichiarato: “Facevamo parte di una coop senza nessun diritto, poi hanno assunto un centinaio di persone a tempo indeterminato per prendere i contributi del jobs-act, ci hanno messo in solidarietà continuando a prendere sostegni dallo Stato e quando non c’era più niente da prendere hanno chiuso il negozio e tutti trasferiti a Catania, un vero e proprio licenziamento in bianco”. Alla fine di dicembre il punto vendita ha fatto uno sottocosto del 70% che ha svuotato i reparti e allo stesso tempo ha bloccato la merce in arrivo. Una cosa sospetta. Il 10 gennaio il gruppo Ottimax ha comunicato ai dipendenti la decisione di chiudere il punto vendita di Afragola. L’azienda aprirà un nuovo store a Catania il prossimo giugno e quella è la sede che dovranno accettare i lavoratori per non perdere il posto. Tra loro ci sono anche i dipendenti con contratti part-time a 800 euro al mese che renderebbe impossibile vivere a 500 chilometri di distanza dalla propria residenza.

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