Perso un milione di posti di lavoro a tempo pieno rispetto al 2008

Nel 2018, rispetto a dieci anni fa, mancano 1,8 milioni di ore di lavoro, ovvero un milione di posti a tempo pieno. Più immigrati occupati perché disposti a disagi. Cala l'occupazione nel Mezzogiorno.

Un immigrato al lavoroNel 2018 il numero degli occupati è aumentato di +125 mila unità rispetto al livello del 2008 e il tasso di occupazione sfiora il record di 58,5%. Tuttavia nei primi 3 trimestri rispetto a 10 anni fa mancano 1,8 milioni di ore di lavoro, ovvero un milione di posti a tempo pieno. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,6%, -0,6 punti in un anno e +3,9 punti rispetto al 2008. E’ quello che emerge dal rapporto “Mercato del lavoro” di Ministero del Lavoro, Istat, Inail, Inps, Anpal.

Nella media dei primi tre trimestri del 2018 rispetto ai corrispondenti del 2008, il PIL è del 3,8% al di sotto del livello pre-crisi e le ore lavorate del 5,1%. Nel decennio, a fronte dell’aumento di 1,5 milioni di occupati part time c’è stato un calo di 866 mila occupati full time. Si tratta quindi di una ripresa a bassa intensità lavorativa con più occupati per meno ore. Il decennio ha visto una profonda trasformazione del tessuto produttivo che ha comportato una ricomposizione dell’occupazione verso il lavoro dipendente, con una crescita dei rapporti a tempo determinato(+735 mila) e una notevole espansione degli impieghi a tempo parziale(spesso involontari). I lavoratori dipendenti raggiungono il massimo storico, sfiorando i 18 milioni, nel secondo trimestre 2018 e gli indipendenti il minimo nel primo trimestre 2018 con meno di 5,3 milioni di occupati. Questi trend sono connessi allo sviluppo di molte attività nel terziario e di professioni a bassa qualifica.

Lavoro meno qualificato per immigrati

La quota di lavoro meno qualificato ha favorito la presenza di lavoratori immigrati, passati dal 7,1% al 10,6%. Gli stranieri sono più disposti ad accettare lavori disagiati e a bassa retribuzione. Nei servizi alle famiglie su 100 occupati 70 sono stranieri. Nei dieci anni è aumentata la presenza femminile, dei lavoratori “anziani”, di quelli più istruiti, e degli stranieri(soprattutto nei settori alberghi e ristorazione, agricoltura e servizi alle famiglie). La mancanza di opportunità lavorative adeguate può comportare la decisione di migrare all'estero, fenomeno in crescita negli ultimi anni: da 40 mila del 2008 a quasi 115 mila persone nel 2017. Si è inoltre accentuato il dualismo territoriale a sfavore del Mezzogiorno, il quale registra 262 mila occupati in meno. Nel Centro Nord, invece, ci sono quasi 376 mila occupati in più rispetto al 2008. Nonostante la crescita dell’occupazione negli ultimi anni, rimane ampia la distanza dell’Italia dall’UE15: per raggiungere il tasso di occupazione della media UE15(nel 2017 pari a 67,9%, contro il 58,0% di quello italiano) il nostro paese dovrebbe avere circa 3,8 milioni di occupati in più. Il gap occupazionale italiano riguarda soprattutto i lavori qualificati e i settori sanità, istruzione e pubblica amministrazione.

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