Titoli di coda

Di Petros Markarīs e pubblicato da Bompiani, "Titoli di coda" è un thriller ambientato ad Atene sullo sfondo della crisi economica che sta rendendo sempre più difficile la vita quotidiana in Grecia.

Titoli di codaTitoli di coda” è un libro di Petros Markarīs e pubblicato da Bompiani. Lo scrittore è nato a Istanbul nel 1937. Di origini armene, dal 1964 si è stabilito ad Atene e nel 1974 ha ottenuto la cittadinanza greca. Ha collaborato con Theo Angelopoulos a diverse sceneggiature, tra cui “L’eternità e un giorno”, Palma d’Oro a Cannes nel 1998, e nel 2011 ha ricevuto il Premio Raymond Chandler del Noir in Festival. La celebrità di Petros Markarīs in Europa è soprattutto legata alla figura del commissario Kostas Charitos, definito dalla critica internazionale “il fratello greco di Maigret” e “il Montalbano di Atene”, per la vicinanza col personaggio di Andrea Camilleri, attivo come lui nell’area mediterranea.

Titoli di coda” è il nono romanzo della serie dedicata al commissario Kostas Charitos. Il libro è stato pubblicato nel 2015. Come “L’esattore”, la storia è ambientata ad Atene sullo sfondo della crisi economica che sta rendendo sempre più difficile la vita quotidiana in Grecia. Un imprenditore greco-tedesco viene ritrovato morto all’interno del suo ufficio. Sembra si tratti di un suicidio, ma all’ambasciata tedesca arriva un biglietto, firmato “I Greci degli anni ‘50”, in cui si sostiene che si tratta di omicidio. Successivamente avvengono altri omicidi, sempre rivendicati dallo stesso gruppo: il proprietario di una scuola privata, un faccendiere che faceva da mediatore tra gli imprenditori e le istituzioni(intascando e distribuendo mazzette) e due proprietari terrieri. Il commissario Charitos ha nuovo pane per i suoi denti. E adesso deve anche proteggere la figlia Caterina, aggredita da membri di “Alba dorata” a causa del suo impegno a favore degli immigrati.

L’epilogo della serie sulla crisi ci mette di fronte al consueto scenario di corruzione sociale e caduta libera dei valori. Presi per mano dagli eventi incontrollabili che lo scrittore Petros Markarīs sa descrivere con la minuzia e la suspense del vero giallista, guardiamo con gli occhi del commissario Charitos come fossero nostri, alla ricerca insieme a lui del bandola della matassa. Quanto mai fitta, in questo episodio finale, e con sorprese a raffica, fra azione pura e ironia a denominazione di origine controllata. La vera pecca di questo libro è il finale banale che si consuma in poche pagine. Sembra che lo scrittore Markarīs abbia sviluppato una buona idea, l’abbia portata avanti per 250 pagine sperando che gli venisse l’ispirazione per il finale, ma poi non sia riuscito a trovarne una conclusione degna della storia. Le motivazioni degli omicidi sono eccessivamente forzate e la conclusione lascia insoddisfatti, come se mancasse ancora un capitolo. Nonostante tutto, “Titoli di coda” è un libro che fa riflettere sulle difficoltà della crisi economica di oggi.

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