La ragazza che giocava con il fuoco
“La ragazza che giocava con il fuoco” è un libro di Stieg Larsson e pubblicato da Marsilio. Lo scrittore è nato a Skellefteå nel 1954 ed è morto improvvisamente a Stoccolma nel 2004, quando aveva appena concluso la trilogia poliziesca “Millennium”. Stieg Larsson è stato un giornalista esperto mondiale di movimenti di estrema destra e fondatore della rivista “EXPO”. “La ragazza che giocava con il fuoco” è il secondo libro della trilogia “Millenium” ed è stato pubblicato nel 2006. La saga continua a firma di David Lagercrantz con una seconda trilogia che si concluderà nel 2019.
Il secondo capitolo della trilogia “Millenium” svela il “misterioso” passato di Lisbeth Salander, la donna che odia gli uomini che odiano le donne. “Millennium” è in procinto di dare alle stampe un’esplosiva inchiesta sul traffico di prostitute dai Paesi dell’Europa orientale, nata dalla collaborazione con il giornalista Dag Svennson e la sua compagna Mia Bergman, ma l’irrintracciabilitá di un certo “Zala” rende difficile la pubblicazione, trattandosi probabilmente di una figura di spicco della criminalità locale. Il progetto subisce una battuta d’arresto quando Dag e Mia vengono ritrovati uccisi da Mikael Blomkvist. Dopo alcune ore la polizia scopre un altro delitto: l’avvocato Bjurman, il tutore di Lisbeth Salander, viene trovato senza vita nel suo appartamento. Tutte e tre sono stati uccisi dalla stessa arma. Le indagini di polizia non riescono a chiarire il movente mentre scatta una caccia all’uomo verso Lisbeth Salander, nel frattempo tornata in Svezia: le prove schiaccianti la collocano come unica indiziata, e la sua vita privata viene svenduta ai mass media, scatenando un enorme processo mediatico. Mikael Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un’indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth.
Il secondo libro della trilogia “Millenium” parte con calma. Riannoda tutti i fili del racconto, riassume le caratteristiche essenziali dei personaggi principali e per le prime 150 pagine sembra che non succeda assolutamente nulla. Rispetto al primo volume domina la denuncia al sistema. Pagina dopo pagina si dipana una storia di soprusi, violenze, depistaggi che coinvolge le alte sfere della società svedese. Settecentocinquanta pagine che si leggono senza fatica e che restano impresse. La trama è complessa, ma poco a poco tutto trova una spiegazione e ogni pezzo del puzzle trova il suo posto nel complesso della storia. La scrittura è piacevole e scorre benissimo, i personaggi sono ben caratterizzati. L’unica pecca sono alcune scene troppe inverosimili. Stavolta si parla di “trafficking”, di prostituzione di donne provenienti dai paesi dell’Est dell’Europa. Le donne e i gli abusi e i soprusi che molte subiscono in questo tipo di vicende sono una delle tante parti principali del romanzo. È Lisbeth Salander la vera protagonista di “La ragazza che giocava con il fuoco”, un thriller serrato che all’intrigo diabolico unisce un’acuta descrizione della società moderna, con le sue contraddizioni e deviazioni, consegnandoci con un personaggio femminile unico, commovente e indimenticabile.
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