Mercatone Uno fallita

La società che gestiva i punti vendita di Mercatone Uno è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano. I 1.860 dipendenti sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook e Whatsapp.

Mercatone UnoLa cronaca di un fallimento annunciato. Così può essere definita la vicenda di Mercatone Uno, la catena italiana di ipermercati per la grande distribuzione non alimentare. Shernon Holding, la società che gestiva i punti vendita di Mercatone Uno, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano. Lo rendono noto i sindacati. Per effetto della sentenza, i 48 punti vendita sono chiusi senza preavviso. I 1.860 dipendenti sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook e Whatsapp.

La Shernon Holding aveva rilevato i punti vendita del marchio emiliano nel 2018, annunciando un piano di rilancio. Poi, ad aprile, ha presentato richiesta di concordato preventivo, garantendo occupazione fino al 30 maggio 2019, data di un incontro fissato al Mise. Ieri(24 maggio) è arrivato il fallimento e la chiusura. Il tribunale di Milano ha riscontrato un indebitamento complessivo di 90 milioni di euro maturato in nove mesi di attività. Nei punti vendita sono stati organizzati sit-in di protesta dai lavoratori e dai clienti. Molta gente, infatti, era andata nei punti vendita per ritirare la merce sulla quale aveva già versato degli acconti nei giorni scorsi e hanno trovato le saracinesche chiuse. Oltre ai dipendenti e ai clienti, il crac di Mercatone Uno si porta dietro anche un indotto di 500 aziende creditrici per circa 250 milioni non riscossi.

La storia di Mercatone Uno

Mercatone Uno viene fondata nel 1978 da Romano Cenni. All’inizio degli anni ‘80 e per tutto il decennio vengono inaugurati molti degli attuali punti vendita ad insegna Mercatone Uno in tutta Italia. In totale vengono aperti oltre 90 punti vendita in 15 Regioni. Nel 2010 il Gruppo Mercatone Uno ha fatturato di oltre 800 milioni di euro. Nonostante il grande sviluppo dell’impresa, i risultati economici, dopo l’inizio della crisi mondiale, sono andati peggiorando e la società che gestisce i punti vendita, gravata da 450 milioni di euro di debiti, ha dovuto fare domanda al tribunale di Bologna di concordato preventivo nel 2015. Con decreto del 7 aprile 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico ha ammesso parte delle società del gruppo alla procedura di amministrazione straordinaria con la nomina di tre commissari straordinari. Dopo due bandi di vendita andati a vuoto, il 29 giugno 2018 viene raggiunto un accordo per la vendita a Shernon Holding.

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