Confindustria propone tassa sul contante

Incentivare uso moneta elettronica e disincentivare il contante con una tassa per contrastare l’evasione fiscale. Questa è la proposta lanciata dal Centro studi di Confindustria.

Confindustria propone tassa sul contanteIncentivare uso moneta elettronica e disincentivare il contante con una tassa per contrastare l’evasione fiscale. Questa è la proposta lanciata dal Centro studi di Confindustria nell’ambito del dibattito su come recuperare gettito fiscale in preparazione della prossima legge di bilancio. L’Italia è uno dei paesi dove meno diffuso è l’utilizzo di carte di pagamento: rispetto a una media europea superiore a 100 transazioni pro-capite annue, nel nostro Paese ne vengono effettuate meno della metà.

L’utilizzo maggiore di metodi di pagamento digitale può far emergere gettito fiscale modificando le abitudini di spesa dei consumatori finali. La proposta del Centro studi di Confindustria non comporta oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica. Il pacchetto di misure si sostanzia in un meccanismo che sia in grado di incentivare l’utilizzo della moneta elettronica e disincentivare l’uso del contante. La proposta si articola su due interventi:

  1. garantire un credito di imposta del 2% al cliente che effettua i pagamenti mediante transazioni elettroniche(incentivo all’uso della moneta elettronica);
  2. introdurre una commissione in percentuale dei prelievi da ATM o sportello eccedenti una certa soglia mensile(disincentivo allʼuso del contante).

Per quanto riguarda l’incentivo all’uso della moneta elettronica, si propone di praticare un credito di imposta del 2% al cliente che paga mediante carte di credito, carte di debito, carte prepagate nominative o bonifico bancario. Il consumatore paga il prezzo pieno ma accumula un reddito che verrà contabilizzato e comunicato dalla banca di appoggio della carta di pagamento. Al fine di reperire in modo immediato una copertura adeguata, si propone di introdurre una commissione in percentuale dei prelievi da ATM o sportello eccedenti una certa soglia mensile. Il Centro studi di Confindustria propone di esentare i prelievi mensili fino a 1.500 euro e di tassare del 2% i prelievi eccedenti tale soglia.

La banca opererebbe come una sorta di sostituto d’imposta, versando all’erario con le modalità e le tempistiche già in essere per gli altri casi. La base di partenza dei pagamenti con POS è di circa 230 miliardi di euro nel 2018(dato Banca d’Italia). Meno del 50% del contante prelevato afferisce a conti dove l’ammontare complessivo è inferiore a 1.500 euro, mentre il 20% del contante prelevato proviene da conti dove le uscite di contanti superano i 3.000 euro al mese. Sulla base di questa distribuzione, applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia, si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi di euro. La tassa sul contante è stato un cavallo di battaglia anche di Milena Gabanelli. La giornalista illustrò la sua proposta durante la puntata di “Report” del 15 aprile 2012.

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