Approvato nota al DEF. Stop aumento IVA

Il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di aggiornamento al Def. La manvora 2020 è di 29 miliardi di euro, 23 miliardi serviranno per evitare l’aumento dell’IVA. E' previsto l'ennesimo bonus per i lavoratori e nessuno per i pensionati.

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Roberto GualtieriVia libera del Consiglio dei ministri alla nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza(o DEF). La manovra per il 2020 sarà di circa 29 miliardi di euro. La manovra è la più povera degli ultimi sette anni. 23 di quei 29 miliardi serviranno per evitare l’aumento dell’IVA previsto dalle clausole che i governi Letta, Renzi, Gentiloni e Conte Uno avevano messo a salvaguardia delle loro manovre. Sul fronte delle coperture, oltre 14 miliardi di flessibilità e 7,2 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione fiscale. Quest’ultima cosa resta il nodo più spinoso. Come si ricaveranno 7 miliardi dalla lotta all’evasione?

Nel DEF è previsto, oltre allo stop all’aumento dell’IVA, un avvio del taglio delle tasse sul lavoro per luglio 2020. Nella nota di aggiornamento del DEF si legge: “In questo primo esercizio, oltre ad evitare l’aggravio di 23 miliardi di IVA sui consumi e da ultimo sulla crescita e l’occupazione, si vuole iniziare ad alleggerire il carico fiscale sul lavoro, rifinanziare investimenti pubblici e facilitare l’accesso delle famiglie all’istruzione prescolare”. Esclusi ancora una volta i pensionati, i quali continueranno a pagare l’IRPEF senza bonus. Nella manovra sono previsti interventi, tra nuove entrate e riduzioni di spesa, per circa 14,4 miliardi di euro. La flessibilità sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del PIL. L’indebitamento tendenziale risulta all’1,4% mentre il programmatico è stato fissato al 2,2%. Il debito però non è nei parametri di Bruxelles: passa dal 135,7% al 135,1% del PIL. La crescita è stimata nel 2020 allo 0,6%. Nella bozza è previsto un rimborso a inizio anno, già definito per questo “bonus della Befana“, che farebbe rientrare nelle tasche dei consumatori fino a 475 euro per spese fino a 2.500 euro fatte con un mezzo di pagamento elettronico. Il problema degli incentivi è che costano. Se il bonus di 475 euro lo ricevessero tutti i 30 milioni di contribuenti italiani, il costo sarebbe di 14,7 miliardi di euro. Decisamente troppo. Verrà rimodulata la normativa sui ticket sanitario, seguendo il principio che chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno.

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