Scuola chiusa per discarica abusiva

A Napoli la preside di una scuola ha chiuso quattro aule per colpa di una discarica abusiva. La scuola si trova a pochi passi dall’isola ecologica dell’Asia e dal campo Rom abusivo di Scampia.

Scuola Ilaria Alpi/Primo Levi di ScampiaNapoli è una città bella rovinata dagli ecocriminali e dagli amministratori incapaci. A Scampia la preside di una scuola materna ha chiuso quattro aule per colpa di una discarica abusiva. All’esterno dell’istituto Ilaria Alpi/Primo Levi si formano cumuli di immondizia da alcuni anni tra l’indifferenza generale. La scuola si trova a pochi passi dall’isola ecologica dell’Asia(Azienda Servizi Igiene Ambientale) e dal “solito” campo Rom abusivo. A qualche centinaio di metri c’è pure il nominato istituto tecnico Galileo Ferraris. Più che in una periferia di Napoli, sembra di essere in una zona malfamata del Sud America.

La chiusura delle quattro aule sta provocando non pochi disagi agli alunni, i quali sono costretti a seguire le lezioni nel refettorio o in una parte della mensa. Altri bambini sono stati aggregati nelle altre classi dell’istituto. La discarica abusiva all’esterno della scuola Ilaria Alpi/Primo Levi è nota da anni, ma il Comune di Napoli non ha fatto nulla per prevenire il problema. Non basta fare una pulizia straordinaria. Il motivo? I cumuli di immondizia si formano nuovamente dopo qualche giorno. Nella discarica abusiva si trova di tutto: dagli inerti dell’edilizia ai frigoriferi, dagli scarti delle lavorazioni tessili a camionate di plastica. In alcuni casi questi rifiuti vengono dati alla fiamme dagli ecocriminali(Rom?) per pochi euro. L’emergenza rifiuti a Scampia è causata da una pratica illegale che va avanti da diversi mesi: lo sversamento per strada di scarti di fabbriche fatta da alcuni imprenditori ecocriminali. Gli organi competenti hanno fatto poco o nulla per contrastare lo smaltimento illegale, nonostante le denunce dei cittadini della zona. E questa sarebbe la città rifugio del sindaco De Magistris? Ma fatemi il piacere.

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