Turchia invade la Siria e minaccia UE

Con l'offensiva contro i combattenti curdi, la Turchia ha aperto un nuovo capitolo nella guerra cominciata nel 2011 in Siria. Il presidente Erdogan minaccia l'Unione Europea. Decine di migliaia di civili sono in fuga dalle zone di combattimento.

Il confine tra Turchia e SiriaLe truppe della Turchia hanno oltrepassato il confine e sono penetrate nel nord della Siria, dando il via all’offensiva di terra. In corso raid aerei e terrestri. Il nord della Siria è la terra dei Curdi, i quali hanno dato la vita per sconfiggere i jihadisti di Al Baghdadi. I Curdi ora rischiano di essere sterminati dall’esercito di Erdogan. L’Unione Europea non può voltare la faccia dall’altra parte e far finta di nulla di fronte all’ennesimo genocidio. L’UE non deve farsi intimorire dalle dichiarazioni di Recep Tayyip Erdogan.

Il presidente turco, infatti, minaccia di lasciar passare milioni di rifugiati verso l’Europa se continueranno le critiche alla sua offensiva militare. Nel 2015 l’UE ha fatto un patto con la Turchia per non far arrivare i migranti in Europa. Per fare il “lavoro sporco” al posto degli europei, Erdogan ha incassato 6 miliardi di euro fino ad oggi. Un patto immorale perché si tenesse i profughi che puntavano all’Unione Europea. Ma i soldi non bastano più ed Erdogan non vuole più i 3 milioni di profughi nel suo territorio. Vuole rimandarli in Siria. Ecco perché ha invaso il nord della Siria. Ma questa operazione militare costa, e i soldi li vuole anche dall’UE. E se l’Europa non paga? Succede una cosa che già sta accadendo: ricattare l’UE riempiendo le spiagge greche di profughi. La possibilità di imporre sanzioni alla Turchia è sul tavolo e l’UE ne discuterà al Consiglio europeo della settimana prossima. La stessa cosa potrebbe farla anche gli Stati Uniti. La guerra ha già causato dieci morti e 140 feriti. Secondo quanto denunciano gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ci sono già più di 70 mila civili sfollati. L’Unhcr parla di decine di migliaia di civili in fuga dall’inizio degli attacchi lanciati dalla Turchia.

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