Le Benevole

Di Jonathan Littell e pubblicato da Einaudi, "Le Benevole" è un libro che ci fa rivivere gli orrori della nazismo dal punto di vista e ripugnante dei carnefici.

Le BenevoleLe Benevole” è un libro di Jonathan Littell e pubblicato da Einaudi. Lo scrittore è nato a New York nel 1967 da una famiglia di origine ebraica, emigrata dalla Polonia negli Stati Uniti alla fine dell’800. Jonathan è figlio dello scrittore Robert Littell e ha trascorso l’infanzia in Francia. Dopo tre anni all’università Yale, si reca nei Balcani in conflitto, dove si impegna nell’azione umanitaria per la quale lavorerà sette anni, soprattutto in Bosnia, ma anche in altri luoghi, quali la Cecenia, l’Afghanistan, il Congo. Nel 2001 lascia l’azione umanitaria per dedicarsi alla scrittura del suo primo romanzo, “Le Benevole”. Scritta in francese e pubblicata nel 2006, il libro ha ottenuto il Prix Goncourt e il Grand Prix du Roman de l’Académie Francaise.

Nell’Europa travolta dalla furia nazista, l’epopea tragica ed efferata di un ufficiale delle SS, Maximilien Aue. Nato in Alsazia da padre tedesco e madre francese, pur essendo un nazionalsocialista convinto, Maximilien Aue entra per caso nelle SS: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, aveva accettato di arruolarsi per evitare la denuncia, grazie anche all’intercessione di Thomas Hauser, un giovane ufficiale che in seguito sarà sempre al suo fianco nei momenti decisivi. Dopo essere stato a Parigi, passa sul fronte orientale: in qualità di ufficiale redige rapporti per i vertici del Reich sull’avanzare della campagna di Russia. Ferito alla testa a Stalingrado, si salva per miracolo e diventa un eroe nazionale. In seguito lavora a stretto contatto con Himmler per riorganizzare i campi di concentramento, e viene spedito a cercare in Ungheria manodopera per le industrie belliche. In sincerità non ho compreso l’azione finale di Maximilien Aue. “Le Benevole” ci fa rivivere gli orrori della guerra dal punto di vista e ripugnante dei carnefici. Il punto di vista del carnefice appare talvolta umano, ma nulla può giustificare le atrocità e i crimini commessi. Neppure il fatto che a compierli fossero uomini normali.

Lo scrittore mette quasi al centro della storia la famiglia di Maximilien Aue, con sentimenti contrastanti del protagonista per la madre e per la sorella. Per quest’ultima l’ufficiale delle SS ha un amore quasi morboso. Nel libro non viene specificato, ma si intuisce che i due gemelli sono frutto di un incesto. L’inizio della trama è faticoso, confuso , viene quasi voglia di riporre il libro per la delusione. Se si trova la forza e la pazienza di proseguire la vicenda inizia a farsi chiara e il protagonista si insinua poco alla volta nella coscienza del lettore. Tutto bene? Mica tanto. 943 pagine sono troppe. Lo scrittore è stato troppo descrittivo, menzionando anche i problemi di vomito di Maximilien Aue. “Le Benevole” è un romanzo che mi ha stancato, disgustato, interessato a tratti e che alla fine mi ha lasciato stremato. Il libro è noioso, didascalico, pesante e non aggiunge nulla della conoscenza storica del nazismo. Ci ho messo due mesi per terminare la la lettura, quando di solito impiego massimo 10 giorni per leggere un libro. L’ho letto tutto, perché non riesco a lasciare a metà le letture, ma devo dire che è stato proprio un fioretto. “Le Benevole” sarebbe stato un capolavoro con 300 pagine in meno.

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