Oxfam: 22 persone detengono più ricchezza di tutte le donne africane

Il nuovo rapporto di Oxfam diffuso oggi fa capire che la disuguaglianza economica è un fenomeno ormai fuori controllo nel mondo. Nel 2019 22 persone detenevano più ricchezza di tutte le donne africane. In Italia, il 10% più ricco possedeva oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero.

Una donna africanaLa disuguaglianza economica è un fenomeno ormai fuori controllo nel mondo. Nel 2019 i 2.153 miliardari della Lista Forbes possedevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone. I 22 uomini più ricchi del mondo avevano più ricchezza di tutte le donne africane. Questo è quello che emerge dal rapporto Oxfam “Time to care” riferito al primo semestre 2019 e diramato alla vigilia dell’Annual Meeting del World Economic Forum di Davos. La ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco deteneva più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.

Tali esorbitanti patrimoni coesistono con la più grande povertà: le nuove stime della Banca Mondiale rivelano che quasi la metà della popolazione mondiale vive con meno di 5,50 dollari al giorno e che dal 2013 ad oggi il tasso di riduzione della povertà si è dimezzato. Questo grande divario è il risultato di un sistema economico iniquo. Ai “piani bassi” dell’economia, donne e ragazze dedicano quotidianamente 12,5 miliardi di ore al lavoro di cura non retribuito, e innumerevoli altre a un lavoro retribuito con salari di sussistenza. Oxfam ha calcolato che questo lavoro aggiunge valore all’economia per almeno 10.800 miliardi di dollari. Nonostante ciò la fetta maggiore dei benefici finanziari va ai più ricchi. Gli introiti decennali di un’imposta addizionale dello 0,5% sul patrimonio dell’1% più ricco a livello globale corrispondono alle risorse necessarie per creare 117 milioni di nuovi posti di lavoro nei settori di cura per bambini e anziani, istruzione e sanità e colmare i deficit assistenziali. Solo politiche veramente mirate a combattere le disuguaglianze potranno correggere il divario enorme che c’è tra ricchi e poveri. Tuttavia, solo pochissimi governi sembrano avere l’intenzione di affrontare il tema.

In Italia il 13% degli under 29 è in povertà lavorativa

Alla fine del primo semestre del 2019, in Italia la ricchezza nazionale netta si è attestata a 9.297 miliardi di euro, in calo dell’1%. Il 10% più ricco possedeva oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero dei nostri connazionali. Una quota cresciuta in 20 anni del 7,6% a fronte di una riduzione del 36,6% di quella della metà più povera degli italiani. Nel 2019 inoltre, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale. In Italia le diseguaglianze colpiscono soprattutto le nuove generazioni: il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese e il 13% degli under 29 è in povertà lavorativa. Tanti giovani italiani sono neet(non studiano né lavorano), tanti lavorano per una paga risibile, meditando di partire in cerca di un futuro migliore. Fermo l’ascensore sociale. In Italia i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri: condizioni socio-economiche che si tramandano di generazione in generazione. La differenza di genere pesa sulle donne: le “working mom” al 57%, le lavoratrici senza figli salgono al 72,1%.

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