Burocrazia costa 57,2 miliardi alle imprese

Ammonta a 57,2 miliardi di euro il costo che ogni anno grava sulle imprese italiane a causa del cattivo funzionamento della burocrazia. La Cgia di Mestre ha elencato alcuni suggerimenti per migliorare l’efficienza della Pubblica amministrazione.

BurocraziaLa burocrazia è l’insieme di apparati e di persone al quale è affidata, a diversi livelli, l’amministrazione di uno Stato o anche di enti non statali. In Italia si stima vi siano 160.000 norme, di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. La complessità del “sistema Italia” costa alle imprese 57,2 miliari di euro all’anno. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dalla Cgia di Mestre. Il cattivo funzionamento della burocrazia è il nemico principale degli imprenditori. Basti pensare che al netto delle disposizioni prese dalle singole regioni, in questi ultimi 2 mesi il Governo ha approvato una dozzina di decreti, costituiti da oltre 170 pagine, per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

La Cgia di Mestre denuncia che alcuni decreti sono indecifrabili. Un esempio? Il decreto liquidità. A 10 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nessuna impresa è ancora riuscita a ottenere 1 euro di prestito. Duro il lavoro per commercialisti e consulenti del lavoro: le imprese non sanno se e come possono slittare il pagamento delle tasse, come ricorrere alla Cassa integrazione guadagni(Cig), quando verrà erogata. Il segretario della Cgia di Mestre, Renato Mason, ha una soluzione per snellire la burocrazia: “Si potrebbe, ad esempio, ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia un nemico invisibile e difficilmente superabile”. La provincia dove il costo annuo sostenuto dalle imprese per la burocrazia è superiore a tutte le altre è Milano con 5,77 miliardi di euro. Seguono Roma con 5,37, Torino con 2,43, Napoli con 1,97, Brescia con 1,39 e Bologna con 1,35 miliardi di euro. Le realtà imprenditoriali meno “soffocate” dalla burocrazia sono quelle di Enna(87 milioni di euro), Vibo Valentia(82 milioni) e Isernia(56 milioni di euro). La Cgia di Mestre ha elencato alcuni suggerimenti per migliorare l’efficienza della Pubblica amministrazione:

  • migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese;
  • monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi;
  • consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili;
  • far dialogare tra di loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste;
  • permettere all’utenza la compilazione esclusivamente per via telematica delle istanze;
  • procedere e completare la standardizzazione della modulistica;
  • accrescere la professionalità dei dipendenti pubblici attraverso un’adeguata e continua formazione.

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