Eliminazione del pedaggio in Tangenziale

La società Autostrade per l’Italia ritornerà di nuovo sotto il controllo dello Stato. I politici di Napoli chiedono l'eliminazione del pedaggio in Tangenziale. Chi pagherà la manutenzione?

Tangenziale di NapoliIl gruppo Benetton non avrà più il controllo della società Autostrade per l’Italia, che ritornerà di nuovo sotto il controllo dello Stato. La società gestisce anche la Tangenziale di Napoli, ufficialmente denominata autostrada A56. E qui viene il bello. Tutti gli esponenti politici locali chiedono a gran voce l’eliminazione del pedaggio. Il motivo? E’ l’unico asse viario interno a una città a pagamento in tutta Europa.

Il deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Amitrano, ha dichiarato: “È ora di dire basta alla beffa del pedaggio che i napoletani sono costretti a subire. Un costo ingiusto che pesa intollerabilmente sulle tasche dei napoletani e del tessuto produttivo”. Si battono per l’eliminazione del pedaggio in Tangenziale anche il sindaco di Napoli De Magistris e il consigliere regionale Borrelli. La Tangenziale di Napoli è lunga 20,2 chilometri e per costruirla ci sono voluti dei finanziamenti privati pari a 46 miliardi di lire. Una domanda sorge spontanea: chi pagherà la manutenzione della strada e di viadotti, ponti e gallerie? Non c’è risposta. Pur se è una strada cittadina a scorrimento veloce,  la Tangenziale di Napoli è ben tenuta e nel caso finisse nella gestione pubblica comunale o provinciale, ci ritroveremmo una strada piena di buche e con i viadotti a rischio crollo. Il sindaco di Napoli non riesce ad amministrare la città, figuriamoci se riuscirebbe a garantire la manutenzione della Tangenziale. I circa 270 mila i veicoli che quotidianamente transitano in Tangenziale determinano un incasso medio di 90 milioni di euro l’anno. Questi soldi potrebbero essere utilizzati per fare manutenzione di tutte le strade di Napoli, compreso i 20,2 chilometri dell’asse di attraversamento urbano principale della città. Eliminare il pedaggio è pura demagogia. Piuttosto bisogna lottare per fare in modo che quei soldi vengano utilizzati per la città di Napoli e non finiscono a Roma.

La storia della Tangenziale di Napoli

Il progetto della Tangenziale di Napoli prende vita il 31 gennaio 1968 e il primo tratto viene inaugurato l’8 luglio 1972 tra la Domitiana e Fuorigrotta. Il 16 novembre 1975 viene aperto alle auto anche il tratto sino a Capodichino. Negli anni successivi vengono inaugurati anche gli svincoli di Corso Malta(1976), Capodimonte(1977) e Zona Ospedaliera(1992). La particolarità dell’infrastruttura è che un tratto del viadotto passa sopra le case a piazza Ottocalli(foto). In origine il pedaggio sarebbe dovuto servire a ripagare le spese di costruzione dell’opera e rimanere, in seguito a un accordo con l’ANAS, fino al 2001. Il pedaggio, nonostante l’accordo fosse scaduto, è rimasto, senza motivazioni ufficiali, per 7 anni, dal 2001 al 2008. Nel 2008 è stato firmato un nuovo accordo e pertanto ora il pedaggio rimane ufficialmente per finanziare interventi, concordati dalla società di gestione della Tangenziale, in zona ospedaliera. Con il ritorno del controllo dello Stato, il pedaggio deve servire per garantire la manutenzione delle strade di Napoli.

Commenti