Cgia: Un occupato su 4 è sovraistruito

In Italia un occupato su 4 è sovraistruito e la loro incidenza è aumentata del 30% negli ultimi 10 anni. Lo rivela uno studio della Cgia di Mestre.

Due baristiSono oltre 5.800.000 gli occupati sovraistruiti presenti in Italia, ovvero troppo formati per la qualifica che svolgono. E’ quello che emerge da un rapporto della Cgia di Mestre. In Italia un occupato su 4 è sovraistruito e la loro incidenza è aumentata del 30% negli ultimi 10 anni. L’incremento degli sovraistruiti è in massima parte dovuto alla mancata corrispondenza tra le competenze specialistiche richieste dalle aziende e quelle possedute dai candidati. Un problema serio che può danneggiare le piccole medie imprese(PMI).

Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo ha dichiarato: “La sovraistruzione non va sottovalutata, perché molto spesso attiva meccanismi di demotivazione e di scoramento che condizionano negativamente il livello di produttività del lavoratore interessato e conseguentemente dell’azienda in cui è occupato. Il clima di sconforto che si viene a creare può innescare delle situazioni di malessere che diffondendosi tra i colleghi può addirittura interessare interi settori”. La Cgia di Mestre rintraccia nel Centro-Sud le aeree più colpite dalla sovraistruzione. A livello territoriale la regione più “investita” dal fenomeno è l’Umbria che l’anno scorso registrava il 33% dei sovraistruiti sul totale degli occupati. Seguono l’Abruzzo(30,3%), la Basilicata(29,4%), il Molise(27,8%) e il Lazio(27,2%). La Campania conta 425 mila occupati sovraistruiti(pari al 25,8%).

La regione, inoltre, ha un incremento di occupati sovraistruiti del 40% dal 2009 al 2019. La Campania è dietro a Emilia Romagna(+43%), Valle D’Aosta(+43%), Puglia(+45%), Sardegna(+46%) e Trentino Alto Adige(+57%). Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra su scala nazionale l’incremento più alto di sovraistruiti negli ultimi 10 anni(35%), segno che le competenze esistono nel Meridione, ma non sono sfruttate. Ad agosto è stato difficile per le aziende reperire tanti posti di lavoro. Tra le professioni non facili da coprire segnaliamo i meccanici artigiani, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili(53,5%), artigiani e operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni(43,1%) e gli autisti di bus e mezzi pesanti(42,5%). Secondo la Cgia di Mestre, le aziende dovrebbero investire e creare un tessuto economico basato su conoscenze e competenze acquisite a scuola e all’università, non il contrario, in modo da occupare e rispondere ai bisogni di imprese e lavoratori.

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