Rientro a scuola preoccupa 70% genitori

La riapertura delle scuole si fa sempre più vicina ma il 70% dei genitori dichiarano di avere preoccupazioni. L'allarme arriva da Save the Children.

Un'aula scolasticaMancano 10 giorni al 14 settembre 2020, giorno in cui gli studenti dovrebbero tornare a scuola in Italia. Le nuove regole per limitare la diffusione del coronavirus hanno ridotto il numero di posti in ogni struttura scolastica. I genitori sono molto preoccupati per la riapertura delle scuole. Secondo una ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children tra il 4 e il 18 agosto scorsi su un campione di 2.370 persone, al momento dell’indagine il 70% dei genitori dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola dei figli.

Il 66% dei genitori era a conoscenza della data di riapertura delle scuole, ma quasi 7 su 10 non avevano ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulle modalità organizzative per l’anno scolastico 2020-2021. La principale ansia dei genitori è data dall’incertezza sulle modalità di ripresa(60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico(51%). La pandemia Coronavirus-Covid e la conseguente crisi economica, la chiusura delle scuole, hanno cambiato la vita dei bambini e delle loro famiglie. La preoccupazione per le condizioni economiche peggiorate negli ultimi mesi, si riflette anche sul rientro a scuola: 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, 7 genitori su 10 fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid. 2 genitori su 10 temono di non poter più sostenere il costo mensa. Prima del lockdown per l’emergenza coronavirus, l’Italia già presentava un quadro critico relativamente al fallimento scolastico. Il nostro Paese spende per l’istruzione e università circa il 4% del PIL(ultimo dato disponibile, 2018) rispetto al 4,6% della media UE. La spesa per l’istruzione è crollata dal 4,6% del 2008 al 4,1% del 2011, fino al minimo storico del 2016 e 2017 del 3,9%. Dal 2011 al 2016 l’Italia ha speso generalmente di più in interessi sul debito pubblico che sull’istruzione.

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