A Napoli guerriglia anti-lockdown

A Napoli la manifestazione dei commercianti si è trasformata in una rivolta di camorristi, centri sociali e sostenitori dell’estrema destra.

Rivolta a NapoliLa prima notte di lockdown a Napoli si è trasformata in guerriglia. Centinaia di persone e commercianti hanno protestato contro il coprifuoco e la prospettiva di un nuovo lockdown in Campania. Lunghi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Slogan contro il governatore Vincenzo De Luca e il premier Giuseppe Conte. Lanciati fumogeni, bombe carta e pietre contro le forze dell’ordine e contro la sede della Regione Campania. I più facinorosi hanno dato alle fiamme alcuni cassonetti della spazzatura.

Un bilancio pesantissimo con migliaia di euro di danni causati da alcuni manifestanti. Nessuna condizione di disagio può giustificare la violenza. E’ chiaro che la manifestazione dei commercianti si è trasformata in una rivolta di camorristi, centri sociali e sostenitori dell’estrema destra. Tutta “gentaglia” pronta a scontrarsi con le forze dell’ordine alla prima occasione. Due 32enni sono stati arrestati dalla Digos a seguito degli scontri fra manifestanti e forze dell’ordine. I due sono già noti per reati legati allo spaccio di droga. Il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, ha dichiarato: “Usati decine di scooter per ostacolare e ritardare l’azione delle forze dell’ordine, il che rafforza l’ipotesi che la protesta sia stata non spontanea e preordinata”. Il governatore De Luca non ha fatto nulla per gestire l’emergenza coronavirus in Campania. Il lockdown è la conseguenza degli interventi non fatti nei mesi scorsi. La guerriglia deve essere un campanello d’allarme per il futuro. Più pericolosa di una dittatura è l’anarchia. Il governatore De Luca andasse in Cina a farsi spiegare come si reprimono le rivolte dei violenti. Un dittatore stupido porta alla guerra civile.

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