Ogni italiano perde 2.484 euro per il Covid

Ogni italiano perderà mediamente 2.484 euro a causa dell’emergenza Covid. Il Sud torna al PIL del 1989. La stima è della Cgia di Mestre.

Donna al supermercatoNel 2020 ogni italiano perderà mediamente 2.484 euro a causa dell’emergenza Covid. La stima è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Le perdite più alte si registreranno a Milano con un -5.575 euro per ogni persona. Seguono Bolzano(-4.058), Modena(-3.645), Bologna(-3.603) e Firenze(-3.456). In fondo alla classifica Vibo Valentia con una perdita media di 904 euro.

La Cgia di Mestre ha stimato che il Sud subirà una riduzione del PIL più contenuta rispetto a tutte le altre macro aree del Paese(-9%), ma vedrà scivolare il PIL allo stesso livello del 1989. In termini di ricchezza, pertanto retrocederà di ben 31 anni. Su base regionale Molise, Campania e Calabria torneranno allo stesso livello di PIL reale conseguito nel 1988(32 anni fa) e la Sicilia nientemeno che a quello del 1986(34 anni fa). Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo ha dichiarato: “Con meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti, rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, che è l’area del Paese più in difficoltà”. C’è il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso.

Nel breve periodo alle imprese sono ancora indispensabili massicce dosi di assistenzialismo, ma nel medio-lungo periodo bisogna assolutamente rilanciare la domanda interna, attraverso una drastica riduzione delle tasse alle famiglie e alle imprese per far ripartire sia i consumi che gli investimenti. Nel 2020 gli occupati sono calati di circa 500 mila unità. Un dato negativo, ma attenuato dal blocco dei licenziamenti introdotto dal governo Conte lo scorso marzo. In termini percentuali è sempre il Mezzogiorno a subire la contrazione più marcata(-2,9% pari a -180.700 unità). La Calabria è la regione con la perdita maggiore di posti di lavoro con una percentuale del -5,1%. Seguno la Campania(-3,5%), la Valle d’Aosta(-3,3%) e la Sicilia(-2,9%). Tra le 20 regioni monitorate, solo il Friuli Venezia Giulia registra una variazione positiva(+0,2%), pari in termini assoluti a +800 unità. La disoccupazione potrebbe schizzare nel secondo trimetre 2021 con la fine del blocco dei licenziamenti.

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