Lavoratori Meridbulloni Castellammare deportati a Torino
Trasferimento forzato. Questa è la frase che riassume la situazione che stanno vivendo gli 81 lavoratori della Meridbulloni di Castellammare di Stabia. Gli operai hanno ricevuto una “letterina” poco prima di Natale in cui c’è scritto che dal primo febbraio 2021 dovranno prendere servizio presso l’Industria Bulloneria Speciale(IBS). La sede di questa fabbrica è situata in Buttigliera Alta, in provincia di Torino. Una deportazione in pratica.
L’operazione societaria straordinaria prevede che la Industria Bulloneria Speciale S.r.l. incorporerà la Meridbulloni S.p.a.. I lavoratori della Meridbulloni sono tutti campani e perderanno il posto di lavoro se non accetteranno il diktat dell’azienda che produce bulloni per auto. Meridbulloni ha deciso di chiudere lo stabilimento di via De Gasperi e concentrare tutte le attività nelle fabbriche del nord Italia. Ai lavoratori la notizia della chiusura del sito produttivo è giunta a cose fatte. Un operaio ha dichiarato: “Io ho chiuso la fabbrica nell’ultimo turno di lavoro, ho visto spuntare all'improvviso la nuova società di vigilanza privata e mi davano fretta perché mi allontanassi quanto prima dal reparto, per chiudere definitivamente i cancelli”. Un sito produttivo chiuso senza preavviso, questo è un altro effetto collaterale del capitalismo. I lavoratori di Meridbulloni Castellammare dovranno scegliere tra un trasferimento forzato a circa mille chilometri di distanza da casa o restare senza un lavoro. La deportazione dei lavoratori in provincia di Torino è una cosa inconcepibile in un paese che si definisce civile. Intanto gli operai di Meridbulloni continuano ad incassare solidarietà non solo dai cittadini stabiesi ma anche dai colleghi della Whirlpool di Napoli, da mesi in protesta contro la società e contro il governo per i licenziamenti di massa. I lavoratori di Castellammare sono in presidio da 12 giorni per impedire la deportazione al Nord.
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Pubblicato da Resistenza Meridbulloni su Mercoledì 30 dicembre 2020
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