RSF: 50 giornalisti uccisi nel 2020

50 giornalisti uccisi nel mondo nel 2020, il numero più basso degli ultimi 17 anni. E’ quello che emerge dal rapporto annuale di RSF.

50 giornalisti uccisi nel 2020Nel 2020 sono stati 50 i giornalisti uccisi nel mondo, dato in calo rispetto al 2019, quando si contarono 53 morti. E’ quello che emerge dal rapporto annuale di Reporter senza frontiere(RSF). La maggior parte, quasi 7 su 10, sono morti lontano da zone di guerra. Dal 2011 ad oggi sono stati uccisi 937 giornalisti. 387 giornalisti sono attualmente in prigione(-0,51% rispetto al 2019). Il triste primato spetta alla Cina con 47 arresti.

Continua a diminuire la percentuale di reporter uccisi nelle zone di guerra: solo il 32% delle vittime si trova in paesi dilaniati dalla guerra come la Siria o lo Yemen o in paesi con conflitti di bassa o media intensità come l’Afghanistan e l’Iraq. Il restante 68% dei decessi avviene in Paesi “in pace”, soprattutto Messico(con 8 giornalisti uccisi), India(4), Filippine(3) e Honduras(3). L’84% dei giornalisti è stato consapevolmente preso di mira ed eliminato. Inchieste su cartelli della droga, corruzione, criminalità organizzata e degrado ambientale sono risultate, purtroppo, le più rischiose per chi fa con coraggio il mestiere del giornalista. Il 2020 ha anche visto un aumento del 35% del numero di donne giornaliste detenute arbitrariamente e un aumento di quattro volte degli arresti di giornalisti durante i primi tre mesi di diffusione del Covid-19 nel mondo. Quattordici giornalisti che sono stati arrestati in relazione alla loro copertura sulla pandemia sono ancora detenuti. Il giornalismo rimane una professione pericolosa, ma il numero di giornalisti uccisi nel 2020 risulta al minimo da 17 anni. In Italia ci sono 20 giornalisti che stanno ricevendo protezione della polizia 24 ore su 24 a causa di gravi minacce o tentativi di omicidio da parte della mafia. Il livello di violenza contro i giornalisti continua a crescere, soprattutto a Roma e dintorni, e al Sud. L’Italia è al 41esimo posto nell’indice mondiale della libertà di stampa. Al primo posto c’è la Norvegia.

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