Renzi contro cashback e reddito di cittadinanza

Matteo Renzi detta le condizioni per il nuovo governo. Il leader di Italia vuole il MES e l'abolizione del cashback e del reddito di cittadinanza.

Matteo RenziMaxi tavolo di lavoro da Roberto Fico tra i partiti della maggioranza nell’ambito delle consultazioni. Matteo Renzi detta le condizioni per il nuovo governo. Il leader di Italia Viva chiede il Meccanismo europeo di stabilità(MES) per la Sanità e allo stesso tempo vuole abolire il cashback e il reddito di cittadinanza. Ricordiamo che parliamo di un partito che nei sondaggi viene dato al 3%. Possibile che Renzi e company pretendano tutte queste cose?

Il leader di Italia Viva vorrebbe utilizzare i 4 miliardi di euro stanziati per il cashback per le digitalizzazioni e i giovani. Quest’ultima cosa significa altri “bonus” alle aziende che assumono under 30 e la reintroduzione dell’apartheid lavorativo. I bonus per l’assunzione di una determinata categoria tagliano fuori dal mercato del lavoro quelli che non ne fanno parte. Renzi non è mai stato un grande estimatore del reddito di cittadinanza, che ricordiamo è una misura che ha fatto calare le persone in povertà assoluta in Italia. Questo al tizio di Rignano non interessa, perché lui continua con il mantra del lavoro per tutti. Un’idiozia cosmica, visto che la piena occupazione non c’è in nessuna nazione al mondo. Il cavallo di battaglia di Italia Viva è il MES.

Fino ad oggi il MES per la Sanità è stato richiesto solo da Cipro. Come mai non è stato attivato anche dagli altri Paesi dell’Unione Europea? Per fare domanda, un Paese deve solo confermare che spenderà il denaro per i costi relativi al Covid-19. Il vero problema è che la Sanità in Italia è di competenza delle Regioni. Come verrebbero divisi e impiegati i 37 miliardi di euro? Il rischio è che quei soldi finiscono nei conti correnti degli “amici degli amici”. Le perplessità sul MES sono dovute anche alle esperienze fatte da altri Paesi UE con questo strumento in passato. Il MES, infatti, si propone di concedere finanziamenti agli Stati UE in cambio della possibilità di potere imporre “rigorose condizionalità” da far gravare sulle spalle del popolo in caso di mancata restituzione del prestito e degli interessi. Il tasso medio finora applicato dal MES si aggira attorno allo 0,7%.

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