Vitamina D sui malati Covid-19
La campagna di vaccinazione anti-Covid è partita alla fine del 2020, ma l’immunità di gregge è ancora lontana. Una mano alla battaglia contro il coronavirus potrebbe venire dalla vitamina D. Diversi studi, ultimo uno fatto in Spagna, evidenziano scientificamente l’effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19 e in particolare su quelli affetti contemporaneamente da altre patologie.
Lo studio spagnolo ha valutato l’efficacia del calcifediolo su più di 550 persone che sono state ricoverate nei reparti Covid dell’Hospital del Mar a Barcellona. La terapia con vitamina D ridurrebbe le morti per Covid-19 del 60% e farebbe calare dell’80% i trasferimenti in terapia intensiva. I malati Covid-19 sono stati assegnati in modo casuale o come destinatari del trattamento con calcifediolo o come controlli al momento del ricovero, prima di ricevere cinque dosi di vitamina D a intervalli crescenti di due, quattro, otto e 15 giorni. La ricerca ha rilevato che 36 dei 551 pazienti trattati con calcifediolo sono morti per Covid-19 rispetto ai 57 pazienti su 379 nel gruppo di controllo. In un altro contesto, lo stesso gruppo di ricercatori ha rilevato che solo il 5% del gruppo calcifediolo è stato ricoverato in terapia intensiva. Adeguati livelli di vitamina D al momento dell’infezione con Sars-CoV-2 potrebbero favorire l’azione protettiva dell’interferone di tipo I e rafforzare l’immunità antivirale innata. Questo è quello che emerge in un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità(ISS) lo scorso 22 luglio.
Cos’è la vitamina D?
La vitamina D è un pro-ormone liposolubile prodotto a livello della cute per azione dei raggi UVB. L’esposizione solare rappresenta la principale sorgente naturale di vitamina D, tuttavia, essa può essere assunta anche con la dieta. Il principale ruolo della vitamina D è quello di regolare l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo, favorendo la normale formazione e mineralizzazione dell’osso. Inoltre, la vitamina D è coinvolta nel processo che garantisce una normale contrattilità muscolare nonché interagisce con il sistema immunitario esercitando un effetto immunomodulante. Il dosaggio della vitamina D nella forma 25(OH)D sierica rappresenta il metodo più accurato per stimare lo stato di riserva di vitamina D nell’organismo. I valori desiderabili di 25(OH)D sono compresi tra 20 e 40 ng/mL. Valori indicativi di carenza di vitamina D sono individuati, invece, per valori di 25(OH)D inferiori a 20 ng/mL. L’efficace esposizione alla luce solare e l’apporto dietetico di vitamina D rappresentano i principali fattori che determinano i livelli sierici di 25(OH)D. Nella tabella a seguire è riportata una lista di alimenti con corrispondente contenuto di vitamina D espresso o in UI/100g o in UI/L.
Alimenti | Contenuto medio di vitamina D |
Latte vaccino | 5-40 UI/L |
Latte di capra | 5-40 UI/L |
Burro | 30 UI/100g |
Yogurt | 2,4 UI/100g |
Panna | 30 UI/100g |
Formaggi | 12-14/100g |
Maiale | 40-50 UI/100g |
Fegato di manzo | 40-70/L |
Dentice | 300-1500/100g |
Merluzzo | 300-1500/100g |
Orata | 300-1500/100g |
Palombo | 300-1500/100g |
Sogliola | 300-1500/100g |
Trota | 300-1500/100g |
Salmone | 300-1500/100g |
Aringhe | 300-1500/100g |
Olio di fegato di merluzzo | 400 UI/5ml |
Tuorlo d’uovo | 20 UI/100g |
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