Istat: PIL -8,9% nel 2020
Nel 2020 il PIL ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651.595 milioni di euro, con una caduta del 7,8% rispetto all’anno precedente. In termini di volume è diminuito dell’8,9%. Lo comunica l’Istat. Nel 2020 l’economia dell’Italia ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. Il crollo del PIL dell’8,9% è dovuto soprattutto alla domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato.
Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è scesa in volume del 10,7%(+0,3% nel 2019). Sul territorio economico, la spesa per consumi di beni è calata del 6,4% e quella per servizi del 16,4%. In termini di funzioni di consumo le cadute più accentuate, in volume, riguardano le spese per alberghi e ristoranti(-40,5%), per trasporti(-24,7%), per ricreazione e cultura(-22,5%) e per vestiario e calzature(-20,9%). Le uniche componenti di spesa che segnano una crescita sono alimentari e bevande non alcoliche(+1,9%), comunicazioni(+2,3%), e abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili(+0,6%). La spesa delle Amministrazioni pubbliche ha registrato una crescita in volume dell’1,6% mentre quella delle Istituzioni sociali private(ISP) una diminuzione dell’11,8%. Nel 2020 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono diminuite del 6,4% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul PIL è pari al 47,8%.
L’indebitamento delle pubbliche amministrazioni in rapporto al PIL è stato pari a -9,5% a fronte del -1,6% del 2019. In valore assoluto l’indebitamento è di -156.338 milioni di euro, in peggioramento di circa 128,4 miliardi rispetto a quello del 2019. Il dato è legato alle misure prese per il Covid. Il saldo primario¹ è negativo e pari a -99.029 milioni di euro, con un’incidenza sul PIL del -6%(+1,8% nel 2019). Il saldo primario torna in negativo dopo 11 anni. Il saldo di parte corrente(risparmio o disavanzo delle AP) è negativo e pari a -70.699 milioni di euro(+29.790 milioni nel 2019). Tale peggioramento è il risultato di una diminuzione delle entrate correnti di circa 53,5 miliardi di euro, a fronte di un’aumento delle uscite correnti di circa 47 miliardi. Il debito in rapporto al PIL dell’Italia è salito al 155,6% dal 134,6% del 2019. Un valore così alto non si registrava dalla fine della prima guerra mondiale. Nel 2020 la pressione fiscale in Italia è al 43,1% del PIL, in aumento dello 0,7 rispetto al 2019.
¹ Indebitamento netto al netto della spesa per interessi.
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