Quanto costa bloccare l’immigrazione irregolare
Tra il 2015 e il 2020 l’Italia ha speso un 1,337 miliardi di euro per bloccare, o per lo meno ridurre, le migrazioni dall’Africa. Questo è quello che emerge dal rapporto “The big wall” di ActionAid. Per arginare l’immigrazione irregolare, l’Italia ha messo in campo risorse proprie e fondi dell’Unione Europea, ed una serie di interventi distribuiti tra le acque del Mediterraneo e 25 paesi africani.
L’immigrazione illegale è costata 791.581.688,85 euro ai contribuenti residenti in Italia e 545.537.240,90 euro all’UE. Una spesa enorme che non ha risolto il problema sbarchi. Dei 1,337 miliardi di euro utilizzati, la maggior parte non è stata spesa in progetti di sviluppo nei paesi di provenienza dei migranti, ma sono stati spesi per il controllo delle frontiere e una piccolissima parte ha favorito l’immigrazione legale. Tra gli otto capitoli di spesa che identificato da ActioAid, a dominare la scena è il controllo delle frontiere, che assorbe appunto il 50% del budget(666,3 milioni di euro). Più di 600 milioni di euro sono stati destinati a forze dell’ordine europee e africane. Una buona parte dei fondi sono stati subappaltati a società private per la fornitura di droni, navi, aerei e in generale per tecnologie per il controllo delle frontiere. Il Paese che in questi ultimi 5 anni ha ricevuto più fondi è la Libia, con 210 milioni di euro. Seguono Niger(99,5 milioni), Sudan(57,5 milioni), Etiopia(54,3 milioni) e Senegal(40,8 milioni). La voce rimpatri ha un costo di 64 milioni di euro. Un’analisi dell’Osservatorio Cpi dell’Università Cattolica illustra come in Italia il costo annuo dell’emergenza migranti sia aumentato dagli 840 milioni di euro del 2011 ai 4,6 miliardi del 2018. L’immigrazione illegale ha un costo non più sostenibile.
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