Un posto anche per me

Di Francesco Abate e pubblicato da Einaudi, "Un posto anche per me" narra la storia di Peppino, un garzone che consegna merce prelibata a domicilio.

Un posto anche per meUn posto anche per me” è un libro di Francesco Abate e pubblicato da Einaudi. L’autore è nato a Cagliari nel 1964. È giornalista professionista per l’Unione Sarda e DJ nei club dell’isola col nome di Frisco. Il suo esordio come scrittore è del 1996 con “L’Oratorio - Vietato ai minori di 14 anni”, breve racconto, inserito nella collettiva Racconti di Celluloide(Alambicco). “Un posto anche per me” arriva in libreria nel 2013 ed è l’undicesima opera di Francesco Abate.

Peppino è il garzone delle consegne a domicilio. È sardo, ma vive a Roma, anzi a Pomezia. Ha 38 anni, ma è sempre stato un po’ “lentarello”. La sua merce è prelibata, ma non è per tutti. E i misteri che nasconde sono inconfessabili. Stretto sul sedile dell’autobus, Peppino non fa che parlare, come Forrest Gump sulla panchina. Parla da solo, come gli idioti: così pensano gli altri. Non sanno che parla a Marisa. Che a Marisa è intrecciato il suo destino. Nel suo avventuroso viaggio tra periferie dimenticate e lussuosi palazzi romani, tra una vita scellerata e i ricordi di un passato che lo tormenta, Peppino dovrà riscattarsi o soccombere per sempre. Fino a un impensabile colpo di scena. Scoprire i misteri che tormentano Peppino tiene vivo l’interesse del lettore verso questo libro. “Un posto anche per me” ha solo 189 pagine e per questo motivo risulta leggibile. Il libro narra una storia triste che contagia anche il lettore. La voce di Peppino descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l’irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l’unica forma di resistenza al male. Un romanzo di indubbia forza, una ambientazione a metà tra le calde e pittoresche espressioni dialettali della colorita terra natia e le ombre cupe e silenti di una metropoli impersonale e violenta.

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