Aumentare platea Reddito di cittadinanza

In Italia lavoratori con paghe al ribasso o integrate con il nero. L’aumento dei beneficiari del Reddito di cittadinanza soluzione al problema.

Reddito di cittadinanzaIn Italia è in atto una vera crociata contro il Reddito di cittadinanza. Molti imprenditori del settore turismo e ristorazione si lamentano di non trovare personale per i lavori stagionali. La verità è che nel nostro Paese si è andato avanti in modo illegale, con gli organi competenti che chiudevano entrambi gli occhi su un sistema marcio e schiavista. La soluzione a questo problema non è il salario minimo, ma può essere risolto con l’aumento della platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza.

In molte zone d’Italia, soprattutto al Sud, le offerte di lavoro sono con paghe al ribasso o integrate con il nero. Al giornale “Il Fatto Quotidiano” sono arrivate decine di testimonianze sul lavoro sfruttato, sui contratti irregolari, sulle condizioni al limite. Una cosa che in molti già sanno, ma che una buona parte della classe politica ignora volutamente. Il motivo? L’Italia ha un sistema economico basato sul nero. Non si tratta solo di far lavorare persone senza contratto, ma di chiedere una tangente ogni mese al proprio dipendente. Cosa significa? Un lavoratore guadagna 1.700 euro in busta paga, ma deve restituire la metà al proprio datore di lavoro. Ecco come un imprenditore intasca soldi in nero, mentre il dipendente paga le tasse su un reddito fittizio. Un’altra furbata dei “prenditori” è fare un contratto part time per un lavoro che in realtà è full time. E quasi mai il dipendente prende uno stipendio da tempo pieno, ma percepisce circa 3 euro all’ora. Questo è schiavismo, non lavoro.

Il problema non si risolve con il salario minimo proposto da alcuni partiti, ma estendendo la platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza. Il salario minimo, in realtà, era già previsto dal Jobs Act, la riforma del lavoro varata dal governo Renzi. Per definirne il funzionamento doveva essere emanato un altro decreto, cosa che non è avvenuta. Lo schiavismo non è solo nei settori turismo e ristorazione, ma anche nel commercio, sicurezza, vendita all’ingrosso e lavori stradali. Il salario minimo non fermerà il nero degli imprenditori: continueranno a chiedere una tangente ai propri dipendenti o a fare contratti part time per un lavoro full time. Le paghe da fame e il relativo schiavismo si combattono aumentando la platea del beneficiari del Reddito di cittadinanza. E questo può essere fatto modificando i requisiti per accedere alla misura introdotta dal Governo Conte I, in particolare quelli relativi all’ISEE minore di 9.360 euro e al patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro.

Il Reddito di cittadinanza non disincentiva a trovare un lavoro come sostengono alcuni politici e imprenditori. Lo scorso maggio, il programma di Rai 3 “Il posto giusto” ha parlato della storia di una ragazza di Fermignano, in provincia di Pesaro e Urbino, che è riuscita a trovare un impiego grazie a un percorso promosso attraverso il Reddito di Cittadinanza. Come è avvenuto questo miracolo? Semplice. L’azienda ha fatto richiesta al Centri per l’impiego, un ufficio della pubblica amministrazione non molto gradito dagli imprenditori schiavisti. Ricordiamo che in caso di occupazione temporanea, il soggetto beneficiario del Reddito di cittadinanza non perderà il diritto a ricevere gli importi spettanti, poiché questi verranno di nuovo caricati sulla card una volta terminato il lavoro stagionale. Ad oggi, secondo le stime dell’Inps, sono 3 milioni le persone che ricevono il Reddito di cittadinanza, l’importo medio erogato è pari a 550 euro.

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