La bomba ecologica Agrimonda

Nel 1995 un incendio devastò la ditta Agrimonda. 26 anni dopo i residenti sono ancora costretti a vivere su una bomba ecologica.

L'area dell'ex AgrimondaEra il 18 luglio 1995 quando un incendio devastò la ditta Agrimonda, un’azienda addetta alla commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, inclusi quelli chimici quali pesticidi, fitofarmaci e concimi fertilizzanti. Da allora sono trascorsi 26 anni e gli abitanti dei comuni di Marigliano e Mariglianella sono ancora costretti a vivere su una bomba ecologica, respirando miasmi e olezzi che col caldo dell’estate diventano ogni giorno più insopportabili.

La rimozione dei rifiuti prodotti dall’incendio del sito è iniziata soltanto nel giugno 2017 e si è conclusa nel gennaio 2019. L’area dell’Agrimonda è ancora inquinata: le falde acquifere a 4,5 metri dal piazzale sono state raggiunte dai veleni e dal terreno vengono ancora fuori le esalazioni tossiche. Una bomba ecologica tra l’indifferenza delle istituzioni. Nel maggio 2019 fu deciso di coprire il sito con un telo impermeabile, per contenere i miasmi ed evitare l’ulteriore contaminazione della falda con il percolamento delle acque meteoriche. Da quando c’è il telone si è aggiunto un altro problema: alle esalazioni gassose che da tempo rendono l’aria irrespirabile si è unito il tanfo prodotto dall’acqua che ristagna sulla copertura. Dopo solo due anni il telo impermeabile si è squarciato in più punti, con l’effetto di diffondere nell’aria una puzza che ancora oggi brucia la gola e costringe i residenti e vivere tappati in casa.

È una situazione igienico-sanitaria preoccupante. Perché non parte la bonifica nel sito Agrimonda? A frenare la rimozione dei materiali pericolosi ancora presenti nel sottosuolo, stando a quanto ipotizzato dal presidente dell’associazione Medici per l’Ambiente Antonio Marfella, sarebbe il rifiuto opposto dalle altre regioni ad accoglierli nei loro siti per i gravissimi cancerogeni che sono stati certificati. Agrimonda resta l’immagine di uno dei più gravi disastri ambientali della Campania con il quale centinaia di cittadini convivono da 26 anni. Un periodo di tempo in cui le famiglie che vivono a ridosso dell’ex deposito Agrimonda hanno dovuto subire tutte le conseguenze di un incendio che ha finito per condizionare la propria vita. Bisogna intervenire il prima possibile per fermare questa bomba ecologica. Dalla Commissione Ambiente della Regione Campania arriva l’ok all’installazione delle centraline mobili per il monitoraggio dell’aria.

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