Cresce divario istruzione Italia con UE

Si allarga il divario sui livelli di istruzione fra l’Italia e il resto dell’Unione Europea. Forte il divario in Italia fra Centro-Nord e Sud.

LaureatiSi allarga il divario sui livelli di istruzione fra l’Italia e il resto dell’Unione Europea. Nell’UE il 38,2% della popolazione fra i 25 e i 64 anni d’età possiede una laurea, contro il 20,1% dell’Italia. E’ quanto emerge dal report dell’Istat sull’istruzione. Le quote di laureati sono più alte al Nord(21,3%) e al Centro(24,2%) rispetto al Mezzogiorno(16,2%) ma comunque lontane dai valori europei.

Il dato 2020 conferma come la crescita della popolazione laureata in Italia sia più lenta rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea: l’incremento è di soli 0,5 punti nell’ultimo anno, meno della metà della media UE27(+1,2 punti). Anche per quanto la scuola superiore il divario col resto d’Europa persiste. I diplomati in Italia sono il 62,9% contro il 79% dell’Unione Europea. Forte il divario in Italia fra Centro-Nord e Sud: gli adulti diplomati sono rispettivamente il 38,5% e il 16,2%. Il diploma è considerato il livello di formazione indispensabile per una partecipazione al mercato del lavoro con potenziale di crescita individuale. La partecipazione degli adulti alla formazione è inferiore alla media europea, con differenze più forti per la popolazione disoccupata o con bassi livelli di istruzione.

Il livello di istruzione delle donne rimane sensibilmente più elevato di quello maschile: le donne con almeno il diploma sono il 65,1% e gli uomini il 60,5%, una differenza ben più alta di quella osservata nella media UE27, pari a circa un punto percentuale. Le donne laureate sono il 23% e gli uomini il 17,2%. Il vantaggio femminile, ancora una volta più marcato rispetto alla media UE, non si traduce però in analogo vantaggio in ambito lavorativo. Nel 2020 si conferma il calo del livello di istruzione degli stranieri che si contrappone alla progressiva crescita di quello dei cittadini italiani. Se nel 2008 la quota di popolazione con almeno un titolo secondario superiore era uguale per italiani e stranieri(di poco superiore al 53%), nel 2020 quella degli italiani è di 18 punti più elevata(64,8% contro 46,7%).

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