Non mi avrete mai

Di Gaetano Di Vaio e Guido Lombardi e pubblicato da Einaudi, "Non mi avrete mai" è un romanzo di formazione e autobiografico ambientato a Napoli.

Non mi avrete maiNon mi avrete mai” è un libro di Gaetano Di Vaio e Guido Lombardi e pubblicato da Einaudi. Gaetano Di Vaio è nato nel 1968 a Piscinola, quartiere alla periferia nord di Napoli, a ridosso di Scampia. È oggi un affermato produttore del cinema indipendente italiano, ricordiamo fra gli altri: Napoli Napoli Napoli(2009), di Abel Ferrara e Là-bas(2009) e Take five(2013), di Guido Lombardi(2011), Leone del Futuro alla Mostra del Cinema di Venezia. Guido Lombardi è nato nel 1975 a Napoli ed è un regista e sceneggiatore. Nel 2005 ha vinto il Premio Leo Benvenuti per la sceneggiatura di commedia e nel 2007 il Premio Solinas - Storie per il Cinema.

Salvatore Capone, detto Stelletella, è il sesto dei dieci figli di un muratore disoccupato che vive a Scampia. Salvatore compie il suo primo furto a nove anni. Questo è il preludio di una lunga serie di crimini, che porteranno Salvatore nel mondo dell’eroina e a gestire una giro di spaccio. Una giovinezza trascorsa nella criminalità disorganizzata, come la definisce Salvatore stesso. Disorganizzata nel senso che non fa parte della camorra. Salvatore sperimenta ogni forma di reclusione fino a Poggioreale, l’Alcatraz napoletano, divenendo maestro nell’arte della fuga. Tanto ad attenderlo, ogni volta, c’è Lucia. Tanto poi si ricomincia. “Non mi avrete mai” è un romanzo di formazione e autobiografico di un ex delinquente di strada.

Nella figura del protagonista, infatti, si può riconoscere Gaetano Di Vaio. Le vicende narrate nel libro ripercorrono le tappe della vita dell’autore. Il romanzo racconta una storia ambientata nella periferia di Napoli, in un contesto sociale difficile. “Non mi avrete mai” è un bel romanzo, agile nella descrizione della micro e macro criminalità partenopea con le sue rigorose tradizioni e dinamiche. Allo scrittore Gaetano Di Vaio va dato il grande merito di aver compreso che c’è di più, che è duro cambiare e rigare dritto, ma che è possibile costruire anche ciò che si credeva impensabile. Mi è piaciuto molto leggere questo libro, sia nel modo di narrare questa storia, dai dialoghi scritti in dialetto, dalle descrizioni dei personaggi e del perché ad ognuno di essi viene associato un soprannome.

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